Calciomercato: Napoli capitale economica della Serie A
De Laurentiis ha capovolto gerarchie consolidate da decenni. Il Napoli non soffre gli eventi negativi (covid, mancate Champions, 10 posto). Anzi, rilancia con potenza e decisione.

Le gerarchie del calcio italiano si stanno sovvertendo. Probabile che sarà un periodo mediamente lungo ma non era minimamente pensabile fino a poco tempo fa. Il trofeo come fine ultimo è esercizio, giustamente, solo per tifosi. Basterebbe vedere i progetti di Napoli e Atalanta per capire questo concetto.
Anche se, nel recentissimo passato, proprio questi due club hanno anche vinto. I partenopei uno scudetto atteso la bellezza di 33 anni, i bergamaschi una straordinaria Europa League.
Restando al club di Aurelio De Laurentiis, il bello deve ancora venire. Primi in classifica, con la quinta a distanza siderale. Una rosa che, per trofei vinti, è nettamente superiore alla Juventus, se la gioca col Milan, è di poco sotto l'Inter. Per non parlare di chi siede in panchina. Ma con una potenza di fuoco in termini economici che fa rabbrividire il calcio italiano.
Oggi, forse, anche i più feroci detrattori, anche i contestatori a prescindere, anche chi ha odiato e odia per partito preso; avrà capito la sostanza, la progettualità, la vision aziendale che questo club ha da un ventennio. Nulla è stato fatto mai per caso. Nella buona e nella cattiva sorte. Nelle dinamiche fruttuose (tante) e negli errori (pochi, inevitabili in uno sport e nelle aziende in generale).
Erano impegnati nelle campagne (con seguaci che aumentavano giorno dopo giorno, sic) di triste livore, di disprezzo. Non hanno goduto il percorso. "Che si sono persi", per citare uno striscione divenuto famoso comparso in città svariati anni fa.
Il Napoli ha una potenza di fuoco da spendere sul mercato

Oggi il Napoli è senza dubbio la società più solida della Serie A. Purtroppo per loro, i denigratori devono prenderne atto onde evitare le solite figure barbine. Se facciamo i conti della serva, il Napoli ha ed avrà nelle casse i soldi di Kvicha Kvaratskhelia appena ceduto al PSG, i soldi di Victor Osimhen, se le cose dovessero andare come tutti si aspettano, un'altra sessantina di milioni per la qualificazione alla prossima Champions League, una trentina di milioni da cessioni "minori" (intese per nomi non da urlo).
Se consideriamo che il Napoli non parteciperà al prossimo mondiale per club per motivi che possiamo definire extra calcistici (senza che qualcuno venga a farci la morale sul populismo e bla bla bla), questo in atto è un miracolo bello e buono. Ed un capovolgimento delle gerarchie, soprattutto.
Un club del sud italia, nonostante un fatturato minore, ha più soldi dei club più blasonati. Miracolo economico, si intende. Quello tecnico è sottinteso ed è chiaro agli occhi di tutti (club con più punti di tutti in Serie A negli ultimi 10 anni, uno scudetto ad interrompere l'egemonia delle tre strisciate). Un trionfo.
Il destino del Napoli è nelle mani di De Laurentiis

Deciderà il Napoli quanto e come investire, da oggi, questa cifra elevatissima per il calciomercato e/o in altro. Sicuramente rinnoverà la rosa in termini di età media, regalando a Conte calciatori giovani, pronti e forti. Per un mix che potrebbe essere letale negli anni a venire.
La parola outsider è per giovani boomer (che esistono, certo che esistono) che non hanno goduto del percorso spinti da odio cieco ed incompetenza spicciola. La triste litania a tinte social.
Il futuro può essere del Napoli. De Laurentiis lo sa, così come lo sa bene Conte. L'ambiente lo sta capendo. È stato salutato Kvaratskhelia senza troppi patemi e senza contestazioni come avvenne in quella assurda estate del 2022 (che poi dominò il campionato).
Oggi il Napoli, al di là di come andrà, non è più un film "indipendente" ma ha un montaggio, una sceneggiatura, gli attori protagonisti ed una regia da grande produzione. Spedita dritta ai premi Oscar.