Stadio del Napoli: progetto al Caramanico in fase di stallo
Pessime notizie in arrivo per il possibile nuovo stadio del Napoli al Caramanico: ne parla Il Mattino.
Il Mattino: “«Procedimento sospeso» fanno sapere dalla Zes, insomma la Conferenza dei servizi decisoria della Zes del 18 che doveva decretare il via libera o il semaforo rosso al progetto dello stadio al Caramanico proposto da Patron Aurelio De Laurentiis non si terrà.
Slitta, qualcosa in più sulla nuova data si saprà probabilmente la prossima settimana. A oggi il Procedimento risulta sospeso dal giorno in cui il Presidente De Laurentiis – siamo a settembre
– chiese di controdedurre alle criticità al progetto del Caramanico rilevate dal Comune dalla Città metropolitana cioè dal sindaco Gaetano Manfredi.
Controdeduzioni che puntualmente De Laurentiis ha fatto e inviate al Comune, alla
Città metropolitana e alla Zes. Dove sostanzialmente respinge tutte le obiezioni, ma lasciando aperta la porta dell’accoglimento delle criticità in sede di progetto esecutivo non in questa fase. Malgrado la mossa del Presidente il Procedimento si è arenato.
Perché questo stop? Tra le motivazioni potrebbe esserci la volontà mai nascoste dal Presidente della Zes Giosi Romano di fare da pontiere tra le parti. Un tentativo di trovare una soluzione in bonis che accontenti sia Manfredi, che non ha mai detto no al Patron dei due scudetti sul Caramanico ma ha chiesto modifiche al progetto, che De Laurentiis.
In seconda battuta – non per importanza – lo stop del procedimento per lo stadio al
Caramanico potrebbe essere dovuto anche alla riorganizzazione del “Dipartimento per il sud” che coinvolge pienamente la struttura della Zes. Che per inciso dal 2024 a oggi ha ottenuto risultati lusinghieri nella concessione di autorizzazioni uniche ai progetti di investimento: circa 800 pratiche a buon fine, di cui 687 in 16 mesi, tra marzo 2024 e giugno 2025, con una previsione di investimenti per
3,7 miliardi e una ricaduta occupazionale di
12.758 unità. Ora anche la Zes è oggetto di riorganizzazione all’interno del nuovo
Dipartimento e questo potrebbe giustificare il rallentamento riguardo al Caramanico.
Manfredi ha rilevato una serie di criticità tra queste «L’assenza di titolarità dei suoli» dove sorgerebbe l’impianto rivendicando che sono del Comune. E che nell’area del Macello – facente parte del Sin di Napoli est – occorre fare una bonifica. Che si aggiungano alla questioni dei mercatali ai quali bisognerebbe trovare una nuova sistemazione e del
Palazzetto al Centro direzionale, progetto di AreNapoli. Caramanico e Palazzetto insistono sulla stessa area. Con AreNapoli che però già ha avuto la concessione a costruire. Cosa ha risposto il Patron? Sulla titolarità dei suoli per De Laurentiis se il suo progetto avrà il via libera il problema non sussiste. «La dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dell’opera determina l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio». Insomma, il Comune dovrebbe cedere i suoli.
Sulla coesistenza con il Palazzetto il
Presidente è più che mai diretto: «La realizzazione del nuovo stadio della Ssc Napoli determinerebbe rispetto al progetto alternativo proposto dalla AreNapoli un sensibilmente maggiore miglioramento delle condizioni socio-economiche dell’area, della fiducia e del benessere sociale nonché dell’incremento del
Pil d’area attraverso l’azione di sviluppo del tessuto economico, di cui non si può non tenere conto». Dal Comune trapela poco o niente se non la posizione del sindaco ormai nota da mesi: «Si può fare tutto ciò che è concretamente possibile fare». Con una novità abbastanza recente. La vendita del Meazza da parte del Comune di Milano a Inter e Milan per il sindaco potrebbe essere un precedente importante per riaprire la partita del Maradona, cioè la vendita dello storico impianto di Fuorigrotta. «Ho sempre detto che se ci fosse un grande progetto di investimento e la volontà di investire sul Maradona da parte dei privati noi saremmo a disposizione». E ancora: «Milan e Inter investiranno 1,2 miliardi, dunque si mette in campo un grande investimento. Noi se ci fosse questa volontà anche qui, non ci opporremmo a un percorso analogo anche perché Milano ha così definito anche un percorso amministrativo”.






