Il Napoli di Conte: una squadra guidata da McTominay

Il Corriere dello Sport elogia il Napoli di Conte primo in classifica.
Napoli-Torino: da che pianeta viene McTominay?
Da che pianeta è arrivato Scott McTominay?
La domanda che un giorno Victor Hugo Morales rivolse al mondo ammirando il “gol del secolo” di Maradona risuona oggi, in modo sorprendentemente attuale, di fronte alle prodezze del centrocampista scozzese che sta infiammando la Serie A. Cinque gol nelle ultime tre partite, undici in campionato: un impatto devastante. Un marziano in maglia azzurra, decisivo nella corsa scudetto.
Antonio Conte, tre settimane fa, lo aveva pungolato: servivano gol per credere ancora nel sogno. McTominay ha risposto da fuoriclasse. I due gol messi a segno ieri sera hanno regalato al Napoli tre punti d’oro, approfittando dello scivolone della Roma. Ora gli azzurri guidano a +3, con quattro giornate alla fine: dieci punti basteranno per cucirsi lo scudetto sul petto, indipendentemente dai risultati dell’Inter.
Conte sa esaltarsi in questi momenti. Le assenze di Buongiorno, Lobotka, Anguissa e Neres sono solo gli ultimi ostacoli di una stagione segnata dalle difficoltà. Ma è nelle difficoltà che il tecnico pugliese tira fuori il meglio: è la sua firma, la sua specialità.
L’atmosfera in città è magica, si respira quel profumo di due anni fa. Maggio potrebbe regalare un’altra pagina indimenticabile alla storia azzurra. Aurelio De Laurentiis può affiancare l’ingegner Ferlaino a quota due scudetti da presidente – e gli mancherebbe solo un trionfo europeo per completare l’opera.

Napoli-Torino: Conte punta al sesto titolo
Conte, dal canto suo, punta al sesto titolo da allenatore tra Italia e Inghilterra, il decimo della sua carriera complessiva. Lo farebbe con tre club diversi: un’impresa da incorniciare, figlia di due scelte vincenti – quella del presidente, che ha puntato su di lui, e la sua, che ha creduto nel progetto Napoli.
E tutto questo, con una nota che arricchisce la narrazione: la squadra ha saputo vincere anche senza il suo giocatore più forte, ceduto a metà stagione. Un segnale di forza e di maturità.
Questa volta, a differenza del passato, non ci sarà bisogno di rivoluzioni. Il ciclo è appena iniziato, e comunque vada, è destinato a durare. In oltre vent’anni di gestione, De Laurentiis ha costruito una delle realtà più solide d’Europa, con bilanci in ordine e ora anche un tesoretto vicino ai 150 milioni per consolidare e rinforzare la squadra.
Il futuro si costruisce con visione, non con vertici improvvisati. Per sognare in grande basta un confronto tra presidente e allenatore, magari con il mare sullo sfondo. E con il cielo che, ancora una volta, promette di tingersi d’azzurro.