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De Laurentiis al Maradona durante la cerimonia di premiazione per lo Scudetto
De Laurentiis al Maradona durante la cerimonia di premiazione per lo Scudetto

Mai era accaduto nella storia di questo club ciò che sta accadendo in questi giorni.
Con forza, prepotenza. Con una comunicazione che definire di altissimo livello significherebbe volerle fare un torto.

Napoli, un dominio mai visto prima

Sono cambiate le gerarchie, poco da discutere. Aurelio De Laurentiis, in poche mosse, ha tenuto al guinzaglio mezza Serie A, mentre l'altra metà si chiedeva se tutto questo fosse vero o un bluff. La cronaca è nota. È stata raccontata, in modo imbarazzante, dalla maggior parte degli addetti ai lavori.

Juventus e Milan, cioè i club più titolati in Italia, hanno dovuto guardare e prenderne atto.
Nulla è dipeso da loro, perché tutto è dipeso dal Napoli. Il famoso domino delle panchine, ad iniziare dal partente Antonio Conte, sarebbe dovuto iniziare proprio in questi giorni.
Invece no. Perché il Napoli, da top club, ha agito nell'ombra da mesi per (ri)cucire rapporti un po’ incrinati.

Lo ha fatto da azienda vera. Solida. Potente.

Mentre gli altri si aspettavano la solita sceneggiata tutta napoletana, De Laurentiis e Conte programmavano il futuro. Forse a nord del Garigliano si saranno resi conto con chi hanno a che fare. Hanno fatto finta di non vedere quando il patron ha evitato di far sedere l'ex Luciano Spalletti sulla panchina bianconera. Così come Victor Osimhen, così come Giovanni Di Lorenzo, così come, udite udite, Kvaratskhelia.

Cristiano Giuntoli, Ds della Juventus
Cristiano Giuntoli, Ds della Juventus

Si saranno resi conto, finalmente, dell’osso duro che hanno di fronte.

Le idee che muovono il mondo

Si saranno resi conto che De Laurentiis ha sovvertito le gerarchie e che per andargli dietro i debiti devono aumentare. Perché se da un lato si mettono costantemente in mezzo i soldi,
da questa parte esistono le idee. Quelle che muovono il mondo, che fanno grandi gli uomini, che rendono forti le imprese.

Avranno pensato che a Napoli tutto questo non sarebbe stato possibile. Si sbagliavano. Il Napoli giorno dopo giorno, anno dopo anno, aggiungeva un tassello. Un pezzo al puzzle. Tra le feroci critiche, la scorta, una stampa non tanto amica.

De Laurentiis è sempre andato avanti di testa sua, contro tutto e tutti

Questo è il risultato. Cioè vincere due scudetti in tre anni, trattenere Conte in panchina nonostante le sirene di Torino, dare il via libera a Massimiliano Allegri al Milan. Un trionfo su tutta la linea.

Max Allegri in panchina con la Juventus
Max Allegri in panchina con la Juventus

Oggi leggere tifosi di altre squadre che sui social invocano De Laurentiis pregandolo di comprare il loro club del cuore fa sinceramente sorridere. Avevano la luna ed invece guardavano il dito a Napoli. Anziché godersi il percorso, l'impegno era sulla contestazione,
sul "non vuole vincere", o "vince solo lui", ma cambia poco.

Sul becero papponismo. Problemi loro.

Con i picchi di soli 5000 abbonati nell'anno di un certo Carlo Ancelotti. Oggi invece tutti col petto fuori, ad urlare di essere tifosi del Napoli. Va bene così, nessuno deve restare fuori. Oggi è un giorno storico perché il Napoli mai era stato così potente. Ha sbaragliato tutto e tutti, portandoli a spasso.

In una sola settimana:

La novità non è questa. Perché a quel tavolo è da anni. La novità è che la sedia riservata al Napoli, a De Laurentiis, è quella a capotavola. Quella in prima fila.

In pole position.


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