Maurizio Sarri torna a parlare del Napoli e lo fa con una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni. In un'intervista concessa al Corriere dello Sport, l'ex tecnico degli azzurri ha sottolineato quanto l’esperienza sulla panchina del club partenopeo sia stata formativa e, allo stesso tempo, unica nel suo genere.

“A Coverciano dovrebbero rendere obbligatorio per i mister allenare almeno un anno a Napoli. Allenare lì è una cosa molto particolare per tutti”, ha dichiarato Sarri con il consueto stile schietto.

Il valore umano e professionale dell’esperienza a Napoli

Parole che testimoniano quanto l’esperienza vissuta all’ombra del Vesuvio abbia segnato il percorso personale e professionale dell’allenatore toscano, capace di portare il Napoli a livelli di gioco altissimi, incantando l’Europa con il suo “Sarrismo”.

Per Sarri, Napoli rappresenta molto più che una semplice tappa calcistica: è una prova emotiva e ambientale che mette alla prova ogni allenatore sul piano umano, relazionale e tecnico.

La differenza tra Conte e Sarri (o Giuntoli) spiegata da Sciascia - il  Napolista
Sarri e Conte che si salutano prima di una partita 

Il legame con la piazza azzurra

Il tecnico, oggi che l'allenatore della Lazio, ha mantenuto negli anni un forte legame con la tifoseria azzurra, che lo ricorda con affetto per il calcio spettacolare espresso e per l’identità forte data alla squadra. Il suo Napoli, con Hamsik, Insigne, Mertens e Jorginho, ha spesso messo alle corde la Juventus, pur senza riuscire a conquistare lo Scudetto.

Sarri, nel corso dell’intervista, non è tornato su episodi specifici, ma il senso delle sue parole è chiaro: Napoli è una palestra calcistica ed esistenziale senza eguali. E chi ha la fortuna – o il coraggio – di sedersi su quella panchina, non ne esce mai uguale.


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