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Gaetano Manfredi
Gaetano Manfredi

Crescita della città, il futuro di Bagnoli, le ghiotte opportunità che si accompagnano alla Coppa America

Il futuro, per il sindaco di Napoli e presidente Anci, Gaetano Manfredi, è un filo rosso che lega tutto. 

Ma il senso vero del suo pensiero — intervistato dal vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione a «Napoli 2050. Costruiamo insieme il futuro della città» — sta nella chiosa della riflessione che ha offerto alla platea: “A Napoli abbiamo bisogno di futuro e di fare emergere sempre più l’anima internazionale della città, senza perdere l’identità, che è un valore aggiunto”. 

È tutta qui la sintesi dell’analisi di Manfredi su come vede e cosa si aspetta dalla città nel 2050. 

Un «pronostico» che il primo cittadino prova a dividere «tra desiderio e sogno»: 

“Il desiderio per il 2050 — dice — è di avere una città che non perda la sua identità”. 

Il sogno? 

“Avere una città contemporanea, dove si parlano più lingue straniere ed in cui si riesca a fare sistema e ad utilizzare le grandi transizioni come opportunità di sviluppo. Ed ovviamente, che non sia solo una Disneyland per i turisti, ma una Napoli che rafforzi la sua componente industriale e i servizi avanzati; e che quindi riesca a creare le giuste opportunità per tanti giovani che si formano nelle nostre Università, vero motore di sviluppo del territorio”.

Sul rischio di distrarsi dagli obiettivi veri a causa dei toni trionfalistici generati dai numeri che Napoli fa registrare sul turismo — pericolo concreto che potrebbe attanagliare una città che prevede 20 milioni di visitatori nel 2025 — Manfredi è ovviamente cauto:

“Dobbiamo avere il giusto equilibrio tra pessimismo cosmico, molte volte alimentato a Napoli e che ha portato spesso all’immobilismo; e l’esaltazione, che nemmeno aiuta, perché ti illude di aver raggiunto il risultato”. 

Il primo cittadino sottolinea comunque che “il Pil sta crescendo e i posti di lavoro anche. E che c’è un ritorno sia del capitale umano che degli investitori. Perché sta cambiando la reputazione”.

Ma l’accento è posto sempre sulla dimensione internazionale, che ora si potrebbe raggiungere grazie alla Coppa America di vela del 2027 da cui si attende una ricaduta da 1,2 miliardi di euro. 

Gaetano Manfredi
Gaetano Manfredi

“Aver avuto l’America’s cup, oltre al risultato in sé, ci soddisfa perché abbiamo battuto grandissime città che erano con noi in competizione. Ora però dobbiamo essere bravi a farla. È un grande evento internazionale, di quelli che servono a città in crescita e non a città già mature". 

Ed ancora: 

“Napoli ha due anime: una molto territoriale, l’altra internazionale. E non c’è dubbio che la Coppa America rafforzi la seconda. Già oggi tanti stranieri sono in città e moltissimi vivranno a Napoli dal prossimo anno”.
 
Accendere i riflettori su Napoli “per alcuni mesi ci aiuta. Anche ad anticipare alcuni interventi”, ammette il sindaco: 

“Penso alle bonifiche a mare di Bagnoli. E spero che serva anche ad attrarre investitori privati di cui c’è bisogno, perché il pubblico non può arrivare a fare tutto”. 

Come fa sempre nei suoi interventi da presidente dell’Anci, Manfredi dà grande importanza alle periferie: 

“Le grandi città — è il suo ragionamento — non possono prescindere da ciò che le circonda, cioè dall’area metropolitana, con Napoli ovviamente al centro. Tematiche come le nuove zone turistiche, le nuove aree di sviluppo, le soluzioni al problema abitativo si affrontano anche guardando all’area metropolitana. Stesso discorso va fatto per i trasporti: serve portare la metropolitana fuori dalla città, assicurando così la stessa distanza da un determinato punto sia se si parte dal Vomero, sia se si prende il treno da Afragola”.
 

Il dibattito tocca inevitabilmente la politica. E del perché il centrosinistra vinca nelle grandi città, come Napoli, perdendo nel paese? 

“Perché negli ultimi anni non ha stabilito una relazione con le aree periferiche e marginali. E certi ceti sociali non si sentono rappresentati”. 

Roberto Fico sarà il candidato in Regione? 

“Non sappiamo ancora chi sarà il candidato. Ma sono fiducioso che il campo largo, o se si vuole il campo giusto, sarà comunque un campo unito”.


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