Parma-Napoli: spazio a Gilmour al posto di Stanislav Lobotka

Parma-Napoli: spazio a Gilmour al posto di Stanislav Lobotka
Manca sempre a Parma-Napoli, gara cruciale per le ambizioni scudetto dei partenopei, e Conte dovrà sostituire Lobotka.
Parma-Napoli: spazio a Gilmour
Un’intera estate a corteggiarlo, perché era lui l’uomo scelto da Antonio Conte. Non un ripiego, ma una visione precisa: Billy Gilmour doveva essere l’alternativa di valore a Stanislav Lobotka, l’insostituibile metronomo del Napoli campione. Come se Conte avesse sbirciato nel futuro, intuendo che in un momento chiave della stagione avrebbe potuto dover fare a meno proprio del suo regista slovacco. Così, appena approdato a Napoli, l’allenatore ha fatto il suo nome senza esitazioni: Gilmour, un profilo ben noto a Conte sin dai tempi del Chelsea, quando il giovane scozzese cominciava a brillare nell’Academy londinese.

Domenica a Parma, sarà proprio Billy a raccogliere l’eredità pesante di Lobotka, fermato da un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra. Nessuna lesione fortunatamente, ma il rischio di un’altra ricaduta dopo lo stop col Genoa impone prudenza. Il ritorno è atteso per l’ultima giornata, ma nel frattempo, la regia del Napoli passerà nelle mani di Gilmour.
Senza Lobotka, il Napoli perde molto più di un costruttore di gioco. Perde equilibrio, gestione, capacità di rallentare e ordinare le fasi convulse del match. Lo slovacco è una bussola, una valvola di sfogo, un leader silenzioso che sa dettare i tempi con tocco corto e visione lunga. Non è un caso se da tempo il Barcellona lo tiene d’occhio: il profilo perfetto per chi coltiva il culto del possesso.
Ma Gilmour, giorno dopo giorno, ha saputo imparare. Non è un clone, ma un interprete diverso: più verticale, più portato alla profondità, più inglese nel ritmo. Grazie alla scuola Premier e alla guida di Roberto De Zerbi a Brighton, ha aggiunto tecnica e coraggio al suo bagaglio. Sa cambiare gioco, stringere le linee, osare passaggi taglienti. Meno pausa, più intensità.
Già in autunno il Napoli aveva dovuto fare a meno di Lobotka per un mese. E in quel periodo Gilmour ha cominciato a emergere. Quattro presenze da titolare, tre vittorie a porta inviolata (Empoli, Lecce, Milan) e una sola battuta d’arresto, pesante, contro l’Atalanta. Ma era solo l’inizio. Da allora Billy è cresciuto, ha preso confidenza con la Serie A e con la maglia azzurra.
La svolta della sua stagione è arrivata nel big match contro l’Inter al Maradona. Con Anguissa fuori, Conte ha rivoluzionato la mediana, puntando sul doppio play. Gilmour ha risposto presente, prendendosi responsabilità, ritmo e fiducia. Da quel giorno, il suo passo in campo è diventato più deciso, la sua visione più chiara.
Billy ha già vinto una Champions con il Chelsea, seppur da comprimario, e con l’amico McTominay è diventato una colonna della Scozia. L’esperienza non gli manca, e nemmeno la qualità. A Parma non potrà nascondersi: servirà personalità, lucidità, e il coraggio di chi non trema davanti al peso di un’eredità. Sarà una partita per cuori forti. E lui, scozzese fiero, ha promesso battaglia.
«Insieme fino all’ultima goccia di sangue», dice McTominay. E Billy è pronto a scendere in campo con l’elmo, per Napoli e per Conte. Perché c’è ancora una storia da scrivere.