L’Italia riparte da Gennaro Gattuso: la conferenza stampa
La FIGC presenta il neo commissario tecnico Gennaro Gattuso

La FIGC presenta il neo commissario tecnico Gennaro Gattuso
L’Italia ha voltato pagina affidandosi a Gennaro Gattuso, nuovo commissario tecnico che prende il posto di Luciano Spalletti. Il tecnico calabrese, noto per il suo temperamento e la grinta che lo hanno contraddistinto sia da giocatore che da allenatore, viene presentato ufficialmente oggi alla stampa in conferenza. La Federazione ha scelto Gattuso per rilanciare il progetto azzurro, puntando su un profilo carismatico e determinato. Dopo l’addio di Spalletti, la Nazionale è pronta a ripartire con nuove idee e uno spirito battagliero, caratteristiche che Gattuso incarna alla perfezione. L’obiettivo: ricostruire e tornare competitivi ai massimi livelli internazionali.

L’Italia a Gattuso: le parole
”Questo è un sogno che si avvera, spero di essere all'altezza. So che il compito non è facile ma di facile nella vita non c'è nulla. Io e io mio staff sappiamo che c'è tanto da lavorare, ma c'è la consapevolezza di poter fare un grandissimo lavoro. C'è da lavorare, da andare in giro e parlare coi giocatori per entrare nella loro testa. Sento dire da tanti anni che non c'è talento, ma io penso che i giocatori ci siano e dobbiamo solo metterli nella condizione di farli esprimere al massimo. L'obiettivo è riportare l'Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale.
Dobbiamo ritrovare l'entusiasmo, non pensare in modo negativo. Chi viene a Coverciano deve arrivarci con entusiasmo, creare una famiglia credo sia la cosa più importante. Oltre la tecnica e la tattica dobbiamo ritrovare quel gruppo che per tanti anni ci ha contraddistinto nel mondo.
Cosa ha prevalso in me quando ho accettato? La convinzione di avere a disposizione giocatori importanti, 4-5 giocatori di questo gruppo sono tra i primi dieci nei loro ruoli. Però ripeto: squadra, non singoli giocatori. Sono convinto che la squadra abbia dei valori e si possa raggiungere l'obiettivo. Quando Buffon e Gravina mi hanno chiamato non ho esitato un istante, credo abbiamo le doti per raggiungere l'obiettivo.
Che identità va ritrovata? Quest'anno in Serie A c'era il 68% di giocatori stranieri e questo dato deve farci riflettere. A livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma poi dopo l'Under 19 i calciatori si perdono un po'. Quest'anno all'Hajduk giocavo con 2005, 2006, 2007... Dobbiamo dare spazio ai giovani. Stare fuori due volte dal Mondiale non è semplice, per questo motivo dobbiamo ritrovare entusiasmo perché con la paura non si va da nessuna parte.
La Russa? Spero di fargli cambiare idea. Ma posso assicurarti che nel 2005 sono stato male dopo la finale, volevo lasciare il Milan. Su La Russa: spero di fargli cambiare idea e di raggiungere l'obiettivo.
Che Gattuso vedremo? La figura da calciatore è difficile da cancellare. Tutti pensano a un Gattuso tutto cuore e grinta, ma oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei per come voglio giocare. Questa è la verità. Bisogna analizzare bene: con cuore e grinta non si sta undici-dodici anni ad allenare. Mi piace aggiornarmi, parlare di calcio. Negli ultimi anni il calcio è cambiato, ogni calciatore ha una testa e non tutti sono uguali. Oggi i calciatori sono più professionisti, ma fanno un po' più fatica a fare gruppo.
Il mio staff? Ho Bonucci nel mio staff e poi altri cinque componenti che lavorano da anni con me. Prandelli, Zambrotta e Perrotta ci daranno una mano insieme a Viscidi. Io col Napoli ho perso una Champions con 77 punti, col Milan non ci sono andato per un punto. Con l'Hajduk dopo 19 anni ci siamo giocati il campionato con una squadra imbottita di giovani. Dipende poi come vengono scritte le cose: poi solo una squadra vince il campionato, solo una vince. Poi però bisogna vedere il lavoro e come ha lavorato, se ha fatto crescere i giovani e la squadra.
Cosa cambia da CT? La quotidianità sarà diversa. Spero di non stressare i colleghi della Serie A e chi lavora all'estero, l'obiettivo è vedere un paio di giorni di allenamento, parlare coi giocatori e vedere le partite. Sarà questa la vita, treni, aerei, vedere i giocatori e fare le scelte migliori.
Cosa mi ha detto Lippi? Cosa ha detto non posso dirlo.. MI ha detto sei CT, capite dove voglio arrivare... (ca*** tuoi, ndr). Io spero di fare ciò che ha fatto Marcello: non dico alzare la Coppa al cielo, ma creare quell'alchimia nello spogliatoio. Spero di ricreare quel senso di appartenenza, voglio vedere giocatori che arrivano a Coverciano col sorriso, che stanno bene. Devo riuscire a interagire coi giocatori in maniera corretta, i tempi sono cambiati e bisogna essere bravi a entrare nella loro testa, nel modo giusto. Non pensare che loro devono cambiare, siamo noi a dovergli andare incontro.
Il messaggio che mi ha colpito di più? Tanti messaggi. Sicuramente sentire i miei genitori emozionarsi per l'opportunità che mi ha dato la Federazione è stato un bel momento, di gioia. Poi tanti altri messaggi ma sentire papà e mamma emozionarsi ancora è stato bello.
L’impostazione tattica? Il nostro campionato dice che il 40% delle squadre giocano con la difesa a tre... Ma non è una questione di moduli: dobbiamo mettere i giocatori al posto giusto, come differenza reti noi siamo a -1 e la Norvegia a +11. Dobbiamo mettere in campo una squadra a cui piace stare nella metà campo avversaria, poi i moduli trovano il tempo che trovano. La cosa più importante è come vogliamo stare in campo.
Bisogna anche vedere e capire perché un calciatore rifiuta la Nazionale. La prima cosa che ho chiesto al Presidente e a Buffon è che chi viene a Coverciano deve restarci anche se ha un problemino, c'è tutto per curarli. Per essere credibili e non creare delle scuse: chi è convocato in Nazionale sta a Coverciano come si faceva quando giocavo io, poi se non si riesce a farlo guarire torna nel club di appartenenza. La cosa più importante è stare tanto tempo insieme, quando si giocano 50-60 partite l'anno i dolorini ci sono sempre ma non bisogna creare precedenti.
Di dirci le cose in faccia, di voler creare ina famiglia. In campo le difficoltà ci sono in qualsiasi momento e se non si fa una corsa in più diventa dura, in questo momento dobbiamo riuscire a cambiare questo aspetto. Dobbiamo dirci anche le cose che non vogliamo sentire, solo così si può crescere.
Io in questi giorni ho chiamato 35 giocatori, vediamo cosa dice il campionato. Ci sono giocatori che sono rimasti fuori ma magari possono darci una mano. Ho parlato anche con Chiesa e gli ho detto che deve trovare il modo di giocare con continuità: vale per lui come per gli altri.
Norvegia-Italia? La pressione la porta la maglia azzurra, siamo la Nazionale che ha vinto quattro Mondiali e restare due volte fuori dalla fase finale è un peso. Dobbiamo essere bravi a reagire. La gara con la Norvegia l'ho vista, è stata una gara difficile. Loro andavano 3-4 volte più forti di noi, alcuni nostri giocatori venivano da una sconfitta forte in Champions e in quel momento non abbiamo avuto la loro forza.
Con Luciano ci siamo sentiti e di lui ho una stima incredibile, è un maestro che mastica calcio da tanti anni. Ogni anno riesce a fare cose nuove, c'è grande stima. In questo momento devo vedere cosa vogliamo fare, ma la sua professionalità è incredibile. Ha fatto un lavoro importante con la maglia della Nazionale. Cambiamenti non se ne possono fare, c'è poco tempo.
Se non vedo calciatori che vanno a 100 all'ora... Bisogna far parlare il campo, bisogna stare lì e andare a mille all'ora. Per me quando l'allenamento inizia bisogna pedalare, andare. La squadra deve lavorare con serietà e impegno, poi a ciò che succede fuori dal campo non do importanza. Non posso fare il sergente di ferro o il poliziotto, ma quando un giocatore si allena deve andare sempre a mille all’ora.
Io non devo dare lezioni di vita. La Calabria è una terra bellissima e dico ai giovani di seguire la strada giusta, quello dello studio e del fare le persone perbene. Speriamo di far parlare la nostra terra anche per cose positive perché è una terra incredibile.
Acerbi? No, non ho parlato con lui. Acerbi sta dando al calcio, si è parlato tantissimo ma non è una problematica che ha toccato me. Da parte mia le scelte però sono diverse: nulla contro Acerbi ma non l'ho chiamato, anche se c'è rispetto e stima. Ho chiamato giocatori più giovani che in questo momento credo ci possano dare una mano".
Gattuso CT: le parole di Gravina
”Gattuso è il nuovo CT della Nazionale, ha le qualità e la determinazione ma soprattutto il desiderio di realizzare qualcosa di grande per l'azzurro e per il nostro paese. La Nazionale ha bisogno di lui, Gattuso ha risposto senza alcuna esitazione alla chiamata in azzurro, alla convocazione da parte della nostra Nazionale e ha risposto con lo stesso entusiasmo col quale rispondeva quando veniva convocato da calciatore. Però non farei l'errore di ridurre questa sua disponibilità a un semplice entusiasmo, c'è davvero tanto altro: un grande spirito di sacrificio, grande professionalità, preparazione in modo particolare qualcosa di straordinario... Mi ha colpito fin da subito la sua volontà di anteporre il noi all'io, ha voluto lanciare subito dei messaggi molto chiari con un entusiasmo straripante. Mi ha detto subito che nessuno vince da solo, l'idea della squadra determinata e convinta. Si vince insieme, al Mondiale si va tutti insieme e questo credo sia il messaggio più bello. Chi ama la Nazionale oggi deve fare un passo in avanti, cercare di sostenere questo progetto per il bene dell'azzurro, del nostro sport, per il bene del calcio.
È stata una scelta condivisa, Buffon si è impegnato in maniera importante e il suo è stato un ruolo determinante per delineare questo nuovo progetto. E' stata una scelta condivisa per l'uomo e per il tecnico, siamo convinti delle qualità di Rino sotto il profilo tecnico. Ci sono testimonianze concrete delle sue qualità, sono convinto che sarà l'uomo dei risultati. Conosce molto bene il calcio italiano, la mentalità dei calciatori e la pressione mediatica avendo vissuto ambienti caldi come il Napoli e il Milan. Personalmente ho sempre apprezzato il suo lavoro coi giovani. La scelta è importante sotto il profilo tecnico, non è stata dettata solo dal cuore ma una scelta convinta: abbiamo scelto un allenatore che sa anche cosa significa indossare la maglia azzurra, un allenatore che non ha paura di assumersi delle responsabilità. Ha sempre messo il gruppo davanti a tutto e come Federazione lo sosterremo per costruire un gruppo coeso, ambizioso e coraggioso. Lui ora ha un compito difficile ma anche affascinante: deve riportare entusiasmo, identità e risultati.
Cosa ho pensato in questi giorni? Ho messo insieme tutta una serie di frammenti. Volevo osare delle risposte concrete, immediate. MI porto dietro una grande amarezza sul piano umano perché Spalletti è una persona straordinaria e l'interruzione di questo rapporto è una ferita. Il rapporto con Luciano è stato splendido. C'era l'esigenza di dare una risposta in tempi brevi, capire le criticità rilevate e insieme a Gattuso abbiamo avuto modo di confrontarci. La sintonia è stata perfetta, abbiamo l'esigenza di ottenere risultati importanti.