Conte tra scudetto e futuro: De Laurentiis aspetta la prima mossa del tecnico

Conte tra scudetto e futuro: De Laurentiis aspetta la prima mossa del tecnico
Antonio Conte, è attualmente focalizzato su Napoli-Cagliari, gara che potrebbe dare il quarto scudetto al club azzurro. È chiaro che però dalla prossima settimana si dovrà parlare anche del futuro del tecnico. Ne parla la Gazzetta.
Conte-De Laurentis: il presidente attende
Un passo. Uno solo. E Napoli può esplodere.
Ma guai a distrarsi. Lo impone il calendario, lo impone soprattutto il patto che Antonio Conte ha stretto con questa città. Non è solo un contratto, è qualcosa di più profondo: una promessa, quasi un voto. Conte si è innamorato di Napoli, di quella bellezza malinconica e travolgente, del calore umano che ti entra dentro e non ti lascia più. Napoli gli ha dato una missione, e lui se l’è presa sulle spalle con l’orgoglio e la serietà di chi sa cosa vuol dire essere del Sud.
Ha raccolto le macerie lasciate dopo l’euforia dello scudetto 2023, ha ricostruito da zero un’identità, un’anima. Ha rimesso in piedi un Napoli competitivo, europeo, affamato. Eppure, questo amore ha un prezzo. Forse più alto del previsto. Perché quando dai tutto, ti aspetti almeno di non essere lasciato solo. Invece, nei mesi più delicati, Conte ha sentito il vuoto: un mercato di gennaio deludente, la rosa indebolita, e quell’idea frustrante che a Napoli certe cose “non si possono fare”.
Lo ha detto chiaro, dopo Monza, quando gli mancava pure Neres, l’unico spiraglio creativo dopo l’addio di Kvara. Ha sbottato. Ha abbassato la corazza. Ha lasciato uscire la delusione. Ma poi è tornato in panchina, con quella sua furia che sa trasformarsi in energia collettiva. E il Napoli ha ripreso a correre, a crederci, ad accarezzare il sogno.
Conte, oggi, è stanco. Ma determinato. Sa che vincere qui, a Napoli, significa entrare nella leggenda. Sa che uno scudetto così, conquistato da outsider e con l’orgoglio come bandiera, potrebbe essere la sua impresa più grande. E forse anche l’ultima. Perché il futuro è incerto, e non basteranno promesse o nomi altisonanti come De Bruyne o Jonathan David per trattenerlo. Non bastano i fuochi d’artificio: servono garanzie vere.
Le sirene bianconere, intanto, suonano sempre più forti. Torino, la Juve, l’origine della sua ascesa da allenatore. Sarebbe una storia da cerchio che si chiude. Ma per ora, nella sua testa, c’è solo il Napoli. C’è questo traguardo da raggiungere, e da festeggiare – “come Dio comanda”, ha detto lui – senza sbandierare nulla prima del tempo. Solo dopo, deciderà se restare o voltare pagina.

E poi c’è De Laurentiis. L’altra metà del cielo. Anche lui a un bivio. Da domenica sera riceve telefonate a raffica: biglietti, favori, pressioni. Ma è tutto esaurito. Ci sarebbero voluti dieci stadi. E invece lui sogna ancora quello nuovo, moderno, da raggiungere via mare, con l’odore del Golfo a confondersi con i cori.
Mentre attraversava Napoli e poi tornava a Roma, ADL compilava l’agenda. Lunedì, martedì nella capitale, da mercoledì riunioni su riunioni nel suo fortino napoletano. Sta pianificando tutto: nel caso in cui… ma non lo dice. Silenzio scaramantico. Però sa bene che, se dovesse accadere, sarebbe una notte irripetibile. Da condividere col fantasma buono di Ferlaino, con le 76 candeline della sua vita, e con quel quarto scudetto che nessuno osa ancora nominare.
Poi, sì, ci sarà da sedersi al tavolo. Con Conte. Parlarsi sul serio. Capire se ci sono i presupposti per continuare o se, una volta lasciata la gloria alle spalle, sarà il momento di ripartire altrove. Italiano resta sullo sfondo, Allegri è un’opzione sempre viva, ma tutto dipende da quella prima mossa: quella di Antonio.
Intanto, Napoli aspetta. Sospesa tra la realtà e il sogno. Un sogno che adesso, davvero, si può toccare.