Ghoulam: “Lo scudetto è un capolavoro di Antonio Conte”

Faouzi Ghoulam, ex terzino del Napoli, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport.
Pazzesco questo finale?
«Pazzesca la stagione del Napoli: io spero che vinca lo scudetto, faccio parte della famiglia, ma a prescindere da tutto sarà un capolavoro».
L’autore?
«Innanzitutto Conte. Un vincente nato che, purtroppo per gli avversari e grazie a Dio per i napoletani, ha scelto Napoli per tornare in panchina. È difficile definire con un solo concetto ciò che è riuscito a fare».
“Capolavoro” rende l’idea.
«Sì. Aveva bisogno di forti sensazioni e ha scelto il Napoli: dall’incontro tra uno come lui, questa città e questi tifosi non poteva che nascere una magia. Ha perso in attacco Osimhen e Kvara, pur trovando un giocatore fortissimo come Lukaku, e con una rosa ristretta e tanti infortuni sta giocando per lo scudetto. Una cosa pazzesca, ripeto: i piedini migliori a centrocampo e in difesa sono gli stessi di un anno fa, e questo vuol dire che a fare la differenza è stato Conte».
I piedini?
«Quelli che decidono».
Ghoulam non dimentica: sono già tre anni dall’ultima gara col Napoli
«Non ho ancora deciso cosa fare, dipende anche da Koulibaly: noi facciamo tutto insieme. Nel frattempo viaggio, mi aggiorno e frequento i corsi UEFA: sono stato un giocatore e sto studiando i dirigenti e gli allenatori per capire prima di scegliere. Bisogna rispettare il calcio».
I viaggi più belli che ha fatto?
«Giappone e Argentina. Ma voglio tornare a Buenos Aires per vedere Boca-River alla Bombonera».
Quale potrebbe essere il piedino azzurro da scudetto?
«Tutti hanno dato qualcosa, da Meret e Rrahmani a Scuffet, parlare solo di uno sarebbe una mancanza di rispetto. Però c’è un simbolo: Di Lorenzo. Fortissimo: Giovanni è stato il capitano del terzo scudetto e spero che sia anche quello del quarto. Lo merita».
Ghoulam sul confronto Hamsik-McTominay
«Per leadership e colpi decisivi, allora sì. Però Marek è unico: per intelligenza, capacità atletiche e qualità tecnica non c’è nessuno come lui».
Anche De Laurentiis può bissare in due anni: sarebbe il primo a riuscirci.
«Il suo capolavoro è stato portare Conte. Spero che resti a Napoli. Anzi, ci credo: il presidente saprà dare le garanzie che giustamente chiede. Tutti si aspettano che vinca sempre soltanto perché è Conte, e se non ci riesce si parla del fallimento di Conte. Ogni pressione è su di lui, comprendo le sue esigenze».
Ha visto Inter-Barça?
«Certo! Inzaghi è un vincente senza paura e ha una squadra fortissima: il simbolo dell’impresa è Acerbi, quello della partita è Frattesi. Ha meritato la seconda finale di Champions, se l’è presa con grande sicurezza e non mollerà niente. Anche lo scudetto. Ha onorato l’Italia e il calcio, ha regalato emozioni. E magari ora lascerà un po’ tranquillo il Napoli…».
Faccia l’indovino: i pronostici di Ghoulam.
«Intanto è fantastico che in Serie A sia ancora tutto aperto, compresa la corsa Champions. Facciamo così: scudetto al Napoli e coppa all’Inter».
Le piace il nostro campionato?
«Molto: il livello è cresciuto e crescerà ancora con il ritorno di Milan e Juve. Il Bologna di Italiano mi diverte, lui è bravissimo. Però mi manca il calcio di Maurizio. Di Sarri: lo vedrei bene sulla panchina del Milan».

Yamal la diverte o l’incanta?
«Fuoriclasse, non c’è niente da fare: ha gamba, tecnica, intelligenza, strappo, uno contro uno. Sono anni che aspettiamo il nuovo Messi e il nuovo Cristiano: spero che sia lui».
Come l’avrebbe fermato Conte?
Ride. «Il punto di forza della squadra è la difesa: super, straordinaria. Come diceva Mark Cuban dei Mavericks: i campionati si vincono con la difesa. Tra l’altro, i risultati dell’Inter rendono ancora più esaltante la stagione del Napoli».
Ha programmi per i prossimi venti giorni?
«Credo di seguire il Napoli dal vivo tra Parma e Cagliari».
Sarà l’occasione per salutare i suoi ex compagni.
«No, preferisco aspettare che siano liberi: bisogna rispettare il momento e non distrarre nessuno. Però prima o poi accadrà, anche perché Conte mi ha invitato a parlare con lui e ci tengo. Voglio vedere come lavora».
A Napoli?
«E dove, altrimenti. Lasciamolo dov’è. Grazie».