header logo
Antonio Conte, allenatore del Napoli
Antonio Conte, allenatore del Napoli

C’è davvero bisogno di uscite come quella di Conte post Inter-Napoli? Di un “ma che significa” in loop nell’etere? Dei “cani che parlano tra di loro” durante la settimana?
La polemica sul protocollo VAR è riuscita, grazie alla sua semplice pochezza, a riempire titoli, home page e prestigiosi editoriali. Ha acceso opinionisti di fede e generato dichiarazioni di manager ormai silenti. Ha scomodato la politologia per un messaggio di partenza, quello di Conte, sostanzialmente banale e mosso dalla sua spietata voglia di vincere.

Conte sdogana il retropensiero, De Laurentiis gli dà manforte

Il grande ritorno del retropensiero in TV è stato un occhiolino al passato e al presente nostalgico. E gli effetti si sono visti certamente nella eco mediatica nazionale, ma anche nella reazione della piazza napoletana. Che, mai come negli ultimi giorni, ha pericolosamente ricordato il tenero ovile che si era creato Mourinho a Roma.
Esaltazione diffusa per il significato “politico” del pensiero dell’allenatore, per la difesa di non si sa cosa da non si sa chi. Con, alla base, l’atavica sindrome da accerchiamento di cui soffrono quasi ogni tifoseria e stampa faziosa. Con, al vertice, il rischio di rimanere in un pozzo di frustrazione e vittimismo senza fondo. Ecco, Napoli non ha bisogno di questo, soprattutto in un frangente in cui sta lentamente imparando a gestire le stagioni (sportivamente) terribili alternate a quelle esaltanti.

Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis
Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis

Credo che Conte stia facendo, per il momento, un lavoro straordinario. Ha rinverdito un parco giocatori tristemente ingiallito e la sta mettendo sul carattere, quello che l’anno scorso è stato una vita in vacanza. E sono convinto che arriverà anche un gioco più attraente, per quanto non lo reputi un task fondamentale. Ma per favore, non riduciamolo a capopopolo perché ne va della sua e della nostra dignità. Ci vuole poco a trasformare delle cose normali in mostruosità e a covare inutile risentimento. E il messaggio “spalla” di De Laurentiis a sostegno delle parole del mister, oltre che quello di risposta alla scontata difesa di Beppe Marotta, mi son parsi come degli input di unificazione d’intenti di cui non avvertivamo l’esigenza.

Napoli, attento: Conte non deve essere intoccabile

Conte diventa un pericolo proprio in questi casi, perché costringe società ed ambiente a stare dalla sua parte, altrimenti si creano delle crepe insanabili. E queste situazioni gli conferiscono, consapevolmente o meno, l’aura dell’intoccabilità che poi si trasforma in pretese e, talvolta, rabbia. Si rischia cioè di finire a ciò che aulicamente chiamiamo “pesci fetenti”, ovvero a quei momenti in cui non sarà criticabile anche quando le critiche le meriterà. E non se lo spiegherà. E’ fatto così.

Dovremmo lasciare al bar, ai social network o alle chat di gruppo le invettive contro il sistema, anche perché lì si è autorizzati ad esprimersi più o meno senza ragione. Le polemiche veniali, quando trasportate ad un livello istituzionale, si impossessano delle nostre opinioni e riscaldano inutilmente gli animi. E si dovrebbe anche smetterla di caricarle di significati.
Il tempo delle stufe, per un calcio di rigore molto generoso (forse inesistente). Peraltro sbagliato.


💬 Commenti (1)