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La Gazzetta dello Sport si sofferma sulle prestazioni di Giacomo Raspadori, sempre più un fire.

Giacomo Raspadori: il bentivogliese on fire per la volata finale
 

“Nascosto in un caveau, o forse era un tunnel, c’è un “gigante” che ha deciso di sfidare le leggi del calcio a modo suo per rimettersi a scrivere la Storia e starci dentro: lo dice il passato, lo ribadisce il presente ma se c’è un futuro in cui - vallo a capire - Napoli possa ancora perdersi come due anni fa, varrà ancora la pena di genuflettersi dinnanzi a Jack Raspadori, dirgli grazie per quel che fa, per ciò che è, per quello stile che gli appartiene in campo e pure nella vita. L’unica volta in cui ha alzato la voce, si fa ovviamente per dire, se ne uscì con un educatissimo «mi piacerebbe giocare ancora di più»; e però tutte le volte in cui Napoli ha potuto sgolarsi, e sono 17, il piccolo principe ci ha messo del suo. Bisognerebbe calarsi in questo tempo magico che gli appartiene, semmai ripartendo da Lecce, la carezza al pallone, la parabola arcuata, lo slancio verso lo scudetto: ma è capitato talmente altre volte, nel triennio, che adesso con le statistiche ci si può sguazzare perché 12 indizi (su 17 reti) rappresentano la prova-provata della sua incisiva (e decisiva) ispirazione. Un giro dentro i sogni di Napoli comincerebbe, non c’è da stupirsi, il 10 settembre del 2022, in una partita apparentemente banale, con lo Spezia, indirizzata al minuto 89 con una girata fatale o letale - dipende dai punti di vista - necessaria per vincerla. Ma Raspadori, che a Lecce ci ha pensato in fretta, rasoiata alla giugulare della partita e avanti a testa alta, lo ritrovi altrove, ovunque: nelle “abbuffate” di Champions a Glasgow e ad Amsterdam, e nella copertina di quella stagione sublime di Spalletti, lo 0-1 di Torino, in casa della Juventus, 90°, rien ne va plus.

Antonio Conte
Antonio Conte

Raspadori: uno dei tanti risorti con Conte

 Poi, l’abisso collettivo di un anno fa, il tonfo e la riemersione, ma facendo tutto da sé, standosene silenziosamente in panchina, rispettando le gerarchie di Conte e le scelte, ascoltando le voci del mercato ma senza frignare e comunque aspettando che arrivasse il momento per metterci la firma. Raspagol al Venezia, per il corto muso, o alla Fiorentina nel 2-1, e soprattutto, l’assist a Monza per McTominay e quel «tiragiro» di Via del Mare per starsene al largo, su un’isola: +3 sull’Inter, l’oro di Napoli sta adagiato in una cassaforte.


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