Rapina Neres, la procura ha chiesto 9 anni di reclusione: i dettagli

Più di sette mesi fa, David Neres, venne rapinato a Napoli, pochi giorni dopo l’annuncio del suo acquisto. Il Mattino fa il punto della situazione.
Neres: i malviventi lo avevano nel mirino
"Lo avevano preso di mira, sin dal suo primo giorno napoletano. Lo avevano osservato mentre firmava il contratto, mostrando il polso con un orologio di pregio. Una svolta nella vita di una banda di presunti malviventi di rione
Lauro. Siamo a Fuorigrotta, a pochi passi dallo stadio Maradona. In pochi minuti la scena della firma del contratto rimase impressa nella mente di soggetti che non potevano sapere di essere intercettati dalla Dda di Napoli, che indagava sul loro conto per fatti legati al malaffare di Fuorigrotta.
Una circostanza che ha consentito, nell'ottica della Procura di Napoli, di chiudere il cerchio in modo spedito attorno ai presunti rapinatori di David Neres, asso brasiliano sbarcato nell'attacco di Conte, la scorsa estate, a chiusura della campagna acquisti del Napoli.
Ricordate la storia? E la notte del primo settembre scorso, dopo un match casalingo vinto dal Napoli contro il Parma, quando David Neres viene rapinato. Era da poco uscito dallo stadio, a bordo di un Suv, quando viene consumato l'assalto: il finestrino dell'auto viene sfondato, pistola all'altezza del volto, il brasiliano è costretto a cedere il Patek Philippe.
Un esemplare da 100mila euro, che era stato notato dieci giorni prima, proprio durante le riprese della firma del contratto.

Rapina a Neres: chiesti nove anni ai delinquenti
Pochi mesi dopo, gli arresti dei presunti aggressori, ieri la svolta in aula. È toccato al pm
Salvatore Prisco chiedere le condanne a carico dei tre imputati. Dinanzi al gup Giordano, al netto dello sconto previsto per il rito abbreviato, il pm ha chiesto nove anni di reclusione per Gianluca Cuomo; otto anni di reclusione per Giuseppe Vitale e Giuseppe Vecchione. Tre richieste di condanna, per aver seguito il Suv e per aver consumato il raid predatorio. Una vicenda ricostruita grazie al lavoro dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, che stavano conducendo indagini su un gruppetto di soggetti legati alla zona di Rione Lauro. Intercettazioni in corso, si apprende l'entusiasmo nell'ammirare quell'orologio legato al polso sinistro di Neres. Il resto è storia di un assalto.
Tanta paura, pessima accoglienza, brutto biglietto da visita per un calciatore giunto a Napoli per rafforzare lorganico azzurro. Subito dopo l'assalto, c'è chi si occupò di eliminare le tracce, buttando gli abiti usati nella spazzatura, per evitare di finire nella trama
delle indagini.
Inchiesta sui canali della ricettazione, alimentata anche dalle difficoltà con cui i malviventi hanno avuto difficoltà a piazzare l'orologio sul mercato. Superate le esitazioni iniziali, probabile che il Pateck Philippe sia stato venduto in nord Europa. Probabilmente in Germania, dove il filtro dell'antiriciclaggio fa leva su maglie abbastanza larghe. In alcuni casi, non servono certificati di garanzia o attestati di acquisto.
Tutto avviene in modo estemporaneo, probabile che lorologio sia stato venduto in alcuni canali usati da malviventi e complici napoletani. Ma non è tutto. Uno dei punti che resta ancora da esplorare riguarda possibili complicità della banda finita nell'inchiesta. C'era un gancio che ha avvisato i malviventi che, ad una certa ora, stava uscendo dal Maradona l'auto con Neres?
Ora spetta agli imputati replicare e provare a dimostrare la propria non colpevolezza".