header logo
Un ribaltone storico
Il 5 maggio 2002

Serie A: ecco tutto i ribaltoni della storia del calcio italiano 

Nella storia della Serie A molti campionati sono stati vinti dalla squadra che era in testa al rush finale, ma altri invece sono stati vinti da chi inseguiva. La Gazzetta dello Sport ripercorre la storia italiana.

I ribaltoni della Serie A

Le papere nel calcio a volte diventano simboli, ferite aperte che raccontano molto più di un errore tecnico. Giuliano Sarti, portiere della Grande Inter, lo sa bene: la sua, contro il Mantova nel 1967, è entrata nella leggenda come “la papera del siglo”, come disse con sarcasmo Helenio Herrera. Era il 1° giugno, ultima giornata di campionato. L’Inter aveva lo scudetto in tasca, bastava battere un Mantova senza più obiettivi. Invece, un innocuo cross di Beniamino Di Giacomo si trasformò in una condanna: Sarti mancò l’intervento e il pallone finì in rete. L’Inter perse, la Juve vinse contro la Lazio e si prese il titolo. Una stagione che doveva essere trionfale, dopo la delusione europea col Celtic, finì in tragedia sportiva. Sospetti, polemiche e accuse. Allodi, ex Mantova, tirato in ballo, un rigore negato a Mazzola, un cambio di arbitro sospetto. Facchetti, amareggiato, disse: “Per vincere uno scudetto, l’Inter deve conquistarne tre”.

Ma la storia si ripete. Sei anni dopo, nel 1973, toccò al Milan cadere fragorosamente. Era in testa all’ultima giornata, bastava non perdere a Verona. Invece il Bentegodi si trasformò in un incubo. Il Milan, stanco e forse troppo sicuro, incassò cinque gol, due dei quali autoreti. Fu la “Fatal Verona”. La Juve, che era dietro, vinse contro la Roma con Altafini e Cuccureddu, mentre la Lazio – potenziale terza incomoda – venne stesa a Napoli da un guizzo di Oscar Damiani. Addio sogni rossoneri, l’eco di quella sconfitta risuona ancora nei racconti dei tifosi più anziani.

Il 5 maggio 2002

Il terzo colpo di scena arriva con l’ingresso nel nuovo millennio. È il 14 maggio 2000, la Juve ha due punti di vantaggio sulla Lazio e affronta il Perugia all’ultima giornata. Tutto sembra scritto, ma un temporale improvviso si abbatte sullo stadio Renato Curi. Collina sospende il match per quasi un’ora. Piove a dirotto, il campo è un pantano. Quando si riprende, il Perugia segna con Calori. La Lazio nel frattempo ha già chiuso la pratica con la Reggina. È l’apocalisse bianconera. Il titolo scivola via sotto la pioggia. Ancelotti, allenatore Juve, diventa simbolo del “quasi”.

Infine, il 5 maggio 2002. L’Inter arriva all’Olimpico con lo scudetto a un passo. Deve battere una Lazio senza motivazioni e con i suoi stessi tifosi che preferirebbero perdere pur di non consegnare il tricolore alla Juve. Invece la Lazio gioca, eccome se gioca. L’Inter, piena di campioni, crolla 4-2. Gresko diventa il capro espiatorio, ma la verità è che nessuno regge la pressione. Lippi, con la Juve, vince a Udine e si prende tutto. Quella giornata rimane tra le più amare nella storia nerazzurra, un simbolo di promesse mancate.

Quattro ribaltoni, quattro storie scolpite nella memoria del calcio italiano. Errori, piogge, autogol, fantasmi e occasioni buttate. Ma anche emozioni che solo il pallone, con il suo crudele romanticismo, sa regalare.


💬 Commenti