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Almeno in questa stagione, per il Napoli, sembra non esserci fine al peggio, dopo una convincente vittoria sul Cagliari in campionato, arriva la sconfitta probabilmente più grave e inaspettata della stagione, l’ottavo di finale contro il Frosinone di Di Francesco vede gli azzurri cadere al Maradona in un pesantissimo 0-4 che non lascia spazio ad interpretazioni.

Il Frosinone per la prima volta nella sua storia raggiunge i quarti di finale di Coppa Italia, e si conferma squadra ostica per chiunque, con un’identità ben precisa nonostante l’ampio turnover dell’ex allenatore della Roma, il tutto non giustifica però una prestazione priva di qualsiasi spirito agonistico e nervoso, con una squadra che ha totalmente ceduto dopo il gol subito. Adesso per il Napoli arrivano due partite già fondamentali per la corsa ad un a questo punto sempre più difficile quarto posto, Roma e Monza per risollevarsi e cancellare parzialmente la figuraccia fatta ieri sera davanti al proprio pubblico.

Napoli-Frosinone: lo schieramento tattico 

Ampio turnover per il Napoli: 433 con Gollini in porta; Zanoli e Mario Rui sulle corsie laterali, Ostigard e Natan in posizione centrale; Demme da vertice basso, al suo fianco Cajuste e Gaetano; tridente inedito con Lindstrom e Raspadori al fianco di Simeone. 433 atipico in fase di possesso, la linea di metà campo è stata occupata infatti dai due terzini in spinta con Demme al centro del campo, Cajuste e Gaetano, in particolare quest’ultimo, hanno agito soprattutto da mezzali di rottura andando talvolta ad affiancare Simeone, Cajuste per lo più senza palla per rompere le linee avversarie, Gaetano con gli inserimenti in aiuto a Raspadori sulla sinistra. Sulla destra Lindstrom ha agito per lo più sulla trequarti, attendendo Zanoli in sovrapposizione.

Anche per il Frosinone stravolgimento tattico rispetto alle ultime uscite: 343 con Cerofolini tra i pali; Okoli, Monterisi e Lusuardi in difesa; Barrenechea e Bourabia sulla metà campo con Garritano e Kvernadze sull’esterno; Caso e Brescianini gli esterni offensivi, Cheddira la punta centrale. Grande carattere e personalità da parte della squadra di Di Francesco, difesa a tre estremamente coraggiosa con i due braccetti sempre pronti ad allargarsi per dare ulteriori soluzioni in uscita a Okoli, grazie anche al sacrificio di Caso e Kvernadze in fase di copertura. 

Napoli-Frosinone: i numeri del match 

Il risultato è netto, la prestazione, in particolare dei titolari subentrati nel secondo tempo, da dimenticare; ma ciò che veramente lascia strascichi e preoccupazione è la totale assenza di reazione nervosa. Il Napoli infatti parte bene, nel primo tempo infatti è la squadra di casa a fare la partita, con il 61% di possesso palla, arrivando alla conclusione 6 volte (2 in porta), e segnando la rete del vantaggio con Simeone, poi annullata dal Var per un tocco di mano di Lindstrom, episodio che ha fatto discutere visto il chiaro errore nel protocollo Var, dato che l’azione in questione era terminata e di conseguenza il gol dell’argentino sarebbe dovuto essere convalidato.

Nel secondo tempo è il Napoli a partire meglio, ma con l’ingresso dei titolari la situazione cambia, i partenopei sono disordinati, lunghi e poco attenti alle ripartenze avversarie, e nonostante il poco possesso palla della squadra ospite (35%), arrivano ben 8 conclusioni nello specchio, con 5 occasioni da gol, 4 sfruttate al meglio, sfruttando in particolare gli spazi lasciati sugli esterni dal Napoli, ben 3 infatti i contropiedi vincenti, dato preoccupante visti i valori delle due squadre, ma facilmente spiegabile, dopo il vantaggio il Napoli ha totalmente staccato la spina, con errori gravi e banali, e con un centrocampo che ha rinunciato alla fase difensiva, e una copertura sugli esterni che ha lasciato praterie alle ali del Frosinone.

Nonostante la scialba e inconsistente prestazione della squadra di Mazzarri, bisogna dare merito ad un Frosinone che si, ha cambiato diversi uomini, ma senza mai snaturarsi, infatti l’impronta offensiva dell’occupazione degli esterni è stata risaltata dai due braccetti, aiutati in fase difensiva dalle ali offensive, tanti gli scarichi su Monterisi e Lusuardi, che con oltre il 95% di precisione sono riusciti ad uscire senza problemi e palla a terra dalla pressione del Napoli. 

Mazzarri ha cercato grazie a Cajuste e Gaetano di alzare il baricentro, e di andare ad aggredire le linee avversarie proprio tra Okoli e gli esterni, Di Francesco è stato abile nel leggere la situazione e chiedere alle sue due mezzali (Barrenechea e Bourabia) di allargarsi e di conseguenza andare uomo su uomo su quelle del Napoli, che infatti chiudono con 24 possessi persi e solamente 1 intercetto, permettendo così agli avversari di uscire nei mezzi spazi creati dai centrocampisti con i braccetti, in particolare sul centro sinistra, dove Barrenechea, autore di una grande prova, si mette in luce con 78 tocchi, 85% di precisione, 4 palle lunghe riuscite (su 6) e 5 contrasti vinti.

L’evento che ha definitivamente cambiato la partita però è stato l’ingresso di Di Lorenzo, a sinistra infatti si è visto subito attaccato da Caso, visto il ruolo non suo si è immediatamente trovato in difficoltà nelle movenze e nella gestione dei possessi, ed è il motivo per cui è stato costantemente messo sotto pressione rinunciando alla fascia sinistra e concentrandosi su quella destra con il numero 10 che nell’occasione del gol va proprio a pressare sulla destra partendo dal lato opposto, da lì poi arriva un’altra occasione da gol per il Frosinone, sempre da quel lato e nel giro di qualche minuto; il tutto è stato dovuto anche alla troppa distanza tra mezzali e terzini, il Napoli lavora tanto sia in fase difensiva che offensiva con le mezzali larghe, questa volta però la spina è stata staccata in anticipo e le energie per ripiegare ed accorciare tutto d’un tratto sono svanite, proprio come le poche e faticosamente acquisite, certezze del Napoli in questa stagione.


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