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Spalletti e De Laurentiis alla premiazione per la vittoria dello Scudetto
Spalletti e De Laurentiis alla premiazione per la vittoria dello Scudetto

Luciano Spalletti, ex allenatore del Napoli, dopo il passaggio sul suo addio al club azzurro e il mancato rinnovo nel suo libro “Il Paradiso esiste… ma quanta fatica”, scritto dal mister insieme a Giancarlo Dotto, ritorna nel 2021 e scrive del momento in cui è diventato allenatore degli azzurri.

Spalletti: ecco perché Napoli

”Quando mi chiamó De Laurentiis ero entusiasta perché volevo tornare ad allenare dopo due anni di pausa che erano troppi, il mio lavoro mi piace tantissimo. De Laurentiis si presentò con un’aria furbetta, quasi paraculesca, ma sapeva leggere nella mente delle persone ed era un dono.

De Laurentiis nella stesura dei contratti dá il meglio di sé, soprattutto nelle clausole. Con quelle ti strangola come un pitone, è un genio. Con lui le condizioni contrattuali valgono nell’intero universo. In ogni modo il presidente mi chiese di riportare la squadra in Champions League".

Spalletti: Napoli e le emozioni

"De Laurentiis temeva di non poter fare tanti spettatori, ma alla fine i fatti lo smentirono con lo stadio sempre pieno. Napoli ebbe dei dubbi nei miei confronti, ma ero pronto a buttarmi nella bocca del vulcano.

Napoli era una piazza ricca di indifferenza dopo la qualificazione Champions sfumata all’ultima giornata col Verona. Riconobbi subito che era una squadra forte, ma dovevano convincersi i giocatori per primi.

A Napoli non basta la banale vittoria, ma devi saper scatenare l’incendio e se non hai il Maradona devi saper esaltare il collettivo. Dovevo creare un progetto per la piazza più creativa d’Italia. Iniziammo con otto vittorie di fila, ma si rivelarono un boomerang….”


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