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Conte Napoli-Genoa
Conte Napoli-Genoa

Volata scudetto: ecco i motivi per cui il Napoli deve crederci

La Gazzetta dello Sport analizza i motivi per cui il Napoli deve crederci in questa volata scudetto.

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Napoli è lo scudetto: perché crederci 

“Comunque  è sempre il Napoli in testa. Soffre, sbuffa, non gioca semplice come una volta, non è cinico, ma ha ancora un punto in più dell’Inter. E un punto, a due giornate dalla fine, può essere tutto. Significa che il destino è nelle mani di Conte: due successi e sarà scudetto. Solo che non è più scontato come sembrava.

 Una settimana fa nessuno avrebbe dubitato della striscia vincente: il calendario era decisamente favorevole rispetto all’Inter, era il punto di forza. Dopo il 2-2 con il Genoa la situazione è cambiata. Adesso c’è il Parma, si chiude con il Cagliari, e improvvisamente la discesa sembra essersi trasformata in una salita impervia. È stata una frenata casuale o i segnali di rallentamento sono quelli che Conte aveva individuato alla vigilia? Il tecnico non parla mai a caso, mediaticamente è uno stratega sempre più raffinato. Quel messaggio preoccupato («gli scudetti si vincono e si perdono all’ultima giornata») era rivolto ai suoi.

Con il Parma dovrebbe essere più difficile. A Chivu servirebbe un punticino per stare tranquillo, all’ultima c’è l’Atalanta che di solito non fa sconti. Il Parma con le grandi sta facendo bene, pari con Lazio, Fiorentina, Inter, successi contro Juve e Bologna, ma i due ko di fila con Como ed Empoli l’hanno riportato in basso. Venezia, Empoli e Lecce non sono a distanza di sicurezza. Il Napoli solito avrebbe risolto la situazione. Quello che s’è fatto raggiungere due volte dal Genoa, la squadra più “disinteressata” in circolazione dopo la salvezza anticipata, lascia perplessi. Il Cagliari è diverso: ospita il Venezia domenica, potrebbe essere meno motivato all’ultima.

Quale Napoli Parma o non Parma, dipende tutto dal Napoli. Quello vero, con la mentalità di Conte, farebbe tre punti. Per ora se ne vede un altro, minore, nel quale McTominay è l’ultimo ad arrendersi, Raspadori è una benedizione mai troppo apprezzata, e Lukaku continua ad aprire corridoi per tutti. Ma il resto non convince: stanchezza, sicuramente, ma anche mancanza degli uomini chiave. Conte è scientifico nella sua metodologia, ma non rinnega la vecchia teoria per cui dall’asse centrale non si può prescindere: però ha perso ancora Buongiorno e, domenica, Lobotka, cioè le due menti pensanti di difesa e centrocampo, e il rendimento attorno è calato di colpo. Olivera centrale non ha convinto, Gilmour non ha tempi e regia dello slovacco. Il ricorso alla difesa a tre è stato un segnale di protezione, Conte potrebbe insistere.

Conte è il più vincente dei tecnici di A. Tre scudetti con la Juve in tre anni, uno all’Inter (e un secondo posto), ora nel Napoli è a un passo dal terzo successo, questo al primo colpo, con tre club. Sarebbe record: a Capello infatti furono revocati quelli con la Juve dopo Milan e Roma. Conte è un motivatore unico e immaginiamo che nei prossimi giorni si trasformerà in un martello, cercando concentrazione ma anche leggerezza. Un controsenso solo apparente.

 Il Napoli infatti può dedicarsi a due partite, l’Inter ne ha una in più, casualmente la più importante della stagione europea per club. Però il fuggitivo sente i passi dell’inseguitore, sempre più forti, come un inseguimento al buio in un film, e la pressione può giocare brutti scherzi. Pressione che rischia di coinvolgere anche la società e il rapporto con il tecnico. La situazione contrattuale non è chiara, le frasi di Conte su quello che si può fare a Napoli, e quello che “non”, spalancano scenari indecifrabili. Il Napoli oggi cammina su un filo esile: l’apoteosi o il crollo che farebbe malissimo”.


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