Beppe Galli, presidente dell’AssoAgenti, ha espresso le sue considerazioni sulle parole di De Laurentiis a Radio Punto Nuovo. Ha infatti dichiarato: “Il comunicato di ieri non è stato un attacco a De Laurentiis. Anzi, appoggiamo il presidente: se ci sono davvero agenti che ricattano le società, siamo al suo fianco in questa battaglia. Ma ADL deve fare nomi e cognomi e fornire delle prove, non raccontare cose campate in aria. Altrimenti difendiamo la nostra categoria dinanzi ad attacchi gratuiti e generali. Lo Stato ci dà questa professione con esami e un albo da rispettare, dal 2018. Ormai siamo l’alibi del calcio moderno: qualsiasi problema sembra essere colpa nostra. De Laurentiis ci ha definito il male di questo movimento e come lui anche altri presidenti, ma nessuno fa mai nomi. Tirano la pietra e nascondono la mano.

Nessuno ha mai voluto incontrarci in un tavolo istituzionale, solamente Joe Barone ci accolse al Viola Park per parlare dei pro e dei contro di questi rapporti. Serve dialogare e distendere, chiediamo da anni un incontro con le società e nessuno ce lo concede. Se le società spendono centinaia di milioni di euro senza poterselo permettere, la colpa non è dei procuratori… Anche nella nostra categoria ci sono persone poco per bene, quindi io sono peggio di De Laurentiis su alcune cose. C’è un regolamento che non viene rispettato e come presidente più volte abbiamo denunciato e segnalato alla Federazione le violazioni, ma neanche una è mai stata accolta".

Questo la dice lunga. Quando i presidenti hanno bisogno di qualche aiuto, chiamano l’agente e si fanno dare una mano. Poi quando le cose non vanno bene, ci accusano di essere delinquenti. La legge dei contratti? Esiste già, semplicemente nessuno la applica. Non è la durata dei contratti di 5 o 6 anni il male. La società non può decidere da sola il futuro del giocatore".


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