L’ex campione ha letto in chiave propositiva il ko di Torino: secondo lui potrà fungere da molla emotiva e tecnica per alzare attenzione, intensità e fame della squadra di Conte in vista della sfida europea.
Ruud Krol sulla reazione alla sconfitta di Torino
Ecco quanto dichiarato da Ruud Krol: “Psv e Napoli? Io le ho viste entrambe in forma. Il Napoli però ha tanti infortunati e Conte ogni partita deve fare i conti con delle assenze. È difficile così… Ma se guardo al Psv vedo un problema molto simile. Loro hanno venduto sei giocatori nuovi e ne hanno comprati altrettanti nuovi l’estate scorsa. Quindi è sinonimo di crescita, sì, ma lenta. E poi non è più la squadra dell’anno scorso, quella che ha vinto il titolo superando all’ultimo secondo l’Ajax.
Cosa non mi convince del Psv? Hanno un problema legato al numero 9. Lì davanti sono infortunati e non so se qualcuno dei due centravanti tornerà disponibile a breve. Forse uno potrà trovare spazio a gara in corso ma è un grosso dubbio.
Che tipo di avversario è il Psv? È una squadra forte e che vuole sempre giocare a calcio in un certo modo. Bosz lo conosco bene, l’ho visto quando studiava da allenatore, conosco la sua filosofia di gioco e so quello che chiede alle sue squadre. La sua formazione ideale è sempre col 4-3-3. Gli esterni mi piacciono molto, sia Salah-Eddine sia Sergiño Dest; è a centrocampo che secondo me è un po’ debole.
Cosa mi piace del Napoli? Ci sono stati cambiamenti però porrei l’attenzione su un altro aspetto e torno di nuovo agli assenti e li elenco: Politano, poi Buongiorno e Hojlund uguale, Lukaku, Rrahmani e Lobotka anche… Alla fine se ci pensiamo, la formazione ideale di Antonio Conte, con tutti i giocatori a disposizione, fin qui ancora non siamo riusciti a vederla. Con tutti al cento per cento il Napoli è davvero una squadra molto forte.
Bosz l’ha ribadito e anche io lo penso: per loro è decisiva. Devono fare punti. Se perdono ancora e lo fanno in casa, il cammino in Champions rischia di essere compromesso.
Per Bosz c’è una sola cosa che conta: attaccare. Ed è chiaro che per vincere hai bisogno di un attacco forte e cinico. Conte anche ma ci sono momenti in cui gli assenti fanno la differenza quasi più dei giocatori a disposizione. Poi vediamo anche l’attacco azzurro: Lucca ad esempio è uno che ti può lanciare la squadra in contropiede e questa potrà essere una chiave per sorprendere il Psv e soprattutto per vincere. Conte viene qui solo per questo.
Beukema? Per Sam l’inserimento è stato facile perché conosceva già il campionato italiano visto che giocava lì. Anche se comunque parliamo di due squadre molto diverse, sono città diverse, ambizioni e ambienti diversi. A Napoli si chiede tanto di più alla squadra e ai singoli e conta soltanto vincere. Anche se giochi male, l’importante è portare a casa il risultato. Questa è la mentalità.
Ci ho parlato e gli ho detto tutto, a partire dal fatto che è una bellissima città e che le persone ti amano se giochi in un certo modo. E a lui Napoli è piaciuta tanto fin da subito.
Lang? Tutti pensavano che fosse un nuovo Kvaratskhelia e invece no. Il georgiano è un fuoriclasse. Noa ha qualcosa ma in questo periodo l’ho visto in difficoltà fisicamente. È il calcio italiano… Lui ha bisogno di muoversi e invece ora gioca senza la stessa fiducia che aveva in Olanda. Ha bisogno di tempo per tornare al suo livello e avere una mentalità ancora più forte per riuscire a emergere in una realtà come Napoli.
Il gol annullato contro il Torino? Mi sono soffermato tanto sulla sua esultanza dopo quella rete: c’era tanta frustrazione e un grande senso di liberazione ma purtroppo era in fuorigioco.
La sconfitta di Torino influirà? Caricherà ancora di più Conte e tutto il Napoli. Il gol di Simeone è stato un errore difensivo ma questo è il calcio e col Psv la squadra entrerà in campo pensando solo a conquistare altri tre punti e a costruire altri bei ricordi europei.
La mia Napoli? Tutti i giorni ho messo da parte dei bei ricordi. È stato qualcosa di diverso da qualsiasi esperienza potessi fare. Venivo dal calcio olandese, poi sono andato in quello americano e dopo ancora sono arrivato in una Serie A piena di campioni e fenomeni. Ogni volta che entravo al San Paolo mi venivano i brividi. E anche ora che ci ripenso”.







