Dal crollo al confronto: il Napoli deve ritrovare sé stesso
La sconfitta per 6-2 di Eindhoven è stata una scossa brutale per il Napoli e per un’intera città che non si aspettava un tracollo di tale portata. Ma come avrebbe detto l’immenso Boskov, “meglio perdere una volta 6-2 che sei volte 1-0”.
Serve equilibrio: niente psicodrammi, ma nemmeno superficialità. Il tonfo contro il PSV è il sintomo di una squadra confusa, priva della forza e della lucidità che l’avevano portata allo scudetto. Il progetto di Antonio Conte, costruito su un ampliamento della rosa e su una nuova mentalità, non sta ancora producendo risultati.
I messaggi di Conte: a chi sono diretti?
Il tecnico ha parlato spesso di difficoltà e di inserimenti lenti dei nuovi arrivati — nove in totale — ma ora è tempo di chiarire un punto: a chi sono rivolte le sue frecciate? Alla società, alla squadra, o all’ambiente che circonda il Napoli?
Conte, rimasto a Napoli per condividere con De Laurentiis un progetto biennale, deve ora ricomporre le crepe interne. Alcuni giocatori non hanno reso quanto atteso — emblematico il caso Lucca, pagato 35 milioni e apparso spaesato — mentre altri, come Lang, hanno mostrato insofferenza e scarso coinvolgimento emotivo.
Mercato, tensioni e comunicazione
Le domande si moltiplicano: le scelte di mercato sono state realmente condivise tra Conte, De Laurentiis e Manna? L’arrivo di De Bruyne, ad esempio, fu pienamente avallato dall’allenatore?
Il club aveva parlato di un’unione d’intenti, ma i dubbi crescono. E gennaio potrebbe diventare un mese chiave per “ripulire” la rosa: inserimenti mirati e tagli necessari per ritrovare equilibrio.
Difesa fragile, numeri preoccupanti
Il dato più allarmante è quello difensivo: 16 gol subiti in 10 gare tra campionato e Champions. L’assenza di Rrahmani pesa, ma il problema è strutturale. Il modulo, le nuove soluzioni tattiche e le “cose diverse” di cui parla Di Lorenzo sembrano aver disorientato un reparto che fino a pochi mesi fa era la base del successo.
Il cambio di portiere — con Meret finito tra le riserve — non ha risolto nulla. La solidità, un tempo marchio di fabbrica, oggi è un ricordo.
Conte e il metodo: tornare ai principi
Fabio Capello ha definito Conte “quasi rassegnato” a Eindhoven, ma chi conosce il tecnico sa che la resa non gli appartiene. Nel suo libro “Dare tutto, chiedere tutto”, lo stesso Conte racconta come al Chelsea accettò di modificare gli allenamenti su richiesta dei giocatori, peggiorando la situazione. Poi tornò al suo metodo, e da lì nacquero tredici vittorie consecutive e il titolo di Premier League.
Il messaggio è chiaro: o tutti remano nella stessa direzione, o il progetto crolla.
Il ruolo dei leader e il sostegno dell’ambiente
Il Napoli ha bisogno di ritrovare i suoi punti fermi: McTominay, protagonista con una doppietta, rappresenta la voglia di reagire; De Bruyne deve diventare il riferimento tecnico; e i rientri di Hojlund, Lobotka e Lukaku (atteso per dicembre) saranno cruciali.
Ma più dei singoli, serve una identità collettiva: la stessa che aveva permesso al Napoli di superare i propri limiti e vincere la sfida con l’Inter nella scorsa primavera.
Inter all’orizzonte: sfida da spartiacque
Sabato al Maradona arriva un’Inter lanciatissima, forte di sette vittorie consecutive. Il Napoli ci arriva ferito, ma non finito. I tifosi, pur delusi, sono pronti a sostenere Conte e la squadra, chiedendo solo una cosa: vedere di nuovo grinta, coraggio e appartenenza.
Perché lo scudetto dello scorso anno non è stato un miracolo: è stato il frutto di lavoro, unità e sacrificio. Valori che oggi vanno ritrovati, prima che la stagione scivoli via definitivamente.
Fonte: Mattino






