Il più brutto Napoli della stagione cade a Torino
Il Napoli esce dall’Olimpico Grande Torino con la sua peggior prestazione stagionale. Una sconfitta che pesa, non tanto per la classifica – gli azzurri restano comunque in vetta insieme a Inter e Roma – quanto per le modalità con cui è arrivata. Irriconoscibili, confusi, quasi apatici: i ragazzi di Conte non sono mai riusciti a imprimere ritmo o idee al gioco.
Gli assenti erano sei, tra cui McTominay e Højlund, fermati per problemi muscolari e lasciati in tribuna. Ma l’alibi delle assenze non regge. La rosa è stata allargata proprio per reggere il doppio impegno campionato-Champions e per affrontare gli inevitabili infortuni. Eppure, anche contro un Torino solido ma non irresistibile, il Napoli ha mostrato limiti evidenti in tutti i reparti.
Errori e fragilità: Gilmour e una difesa che non tiene più
L’episodio simbolo arriva al 36’: Gilmour, schierato al posto di Lobotka, sbaglia clamorosamente un retropassaggio e serve Simeone, che non perdona. È l’1-0 granata, la rete dell’ex che pesa come un macigno. Ma ridurre tutto a quell’errore sarebbe troppo comodo. Il Napoli ha sofferto dal primo all’ultimo minuto, incapace di reagire, lento nella costruzione e poco incisivo negli ultimi metri.
La difesa continua a essere un problema serio: con il gol subito a Torino, sono dieci le reti incassate nelle ultime sette gare tra campionato e Champions. Milinkovic-Savic, promosso titolare al posto di Meret, non ha colpe dirette ma neppure soluzioni. Conte dovrà interrogarsi su un reparto che ha smarrito certezze e compattezza.
Conte deluso: “Bellini, cioè inconsistenti”
Nel post partita, Antonio Conte non ha cercato attenuanti: «Siamo stati bellini», ha detto, con quel tono amaro che in realtà significa inconsistenti, poco cattivi, poco squadra. Il tecnico ha provato a cambiare le carte in corsa con Lang, Politano, Ambrosino ed Elmas, ma senza successo. L’unico sussulto è arrivato nel recupero con il gol annullato a Lang per fuorigioco: una beffa doppia, perché oltre alla rete cancellata è arrivato anche il giallo per l’esultanza con la maglia lanciata in aria.
Simeone, il gol dell’ex e le lacrime
Il protagonista della serata è stato Giovanni Simeone. Il Cholito, ex azzurro, ha deciso la sfida con un gol pesante, esultando con rispetto e le mani alzate in segno di scuse verso i suoi vecchi tifosi. Come un moderno core ’ngrato, a cinquant’anni dal famoso Altafini che infranse i sogni scudetto del Napoli di Vinicio, Simeone ha colpito la squadra con cui avrebbe voluto vincere ancora. Dopo il gol, non ha trattenuto le lacrime: emozione e dolore si sono fusi nel momento più granata della sua carriera.
Luce spenta e futuro immediato: serve un reset mentale
La prestazione di Torino segna un campanello d’allarme per Conte. Il ciclo di sette partite iniziato male proseguirà con due test cruciali: martedì a Eindhoven contro il PSV in Champions e sabato al Maradona contro l’Inter. Non ci sarà spazio per altri errori.
L’attacco, orfano di Højlund, ha perso la sua ferocia. Lucca, chiamato a sostituirlo, ha deluso le aspettative e non ha ancora giustificato l’investimento da 35 milioni. De Bruyne, poco ispirato, non è riuscito a servirlo come fa con il danese. Neres ha lottato, ma la manovra sulle fasce è rimasta sterile. Troppo lenta, troppo prevedibile.
Ora serve una scossa mentale e fisica. Il Napoli deve ritrovare la fame che l’ha portato in vetta e non può permettersi di affrontare il PSV o l’Inter con la stessa leggerezza mostrata a Torino. Conte dovrà ricominciare da Højlund – sperando nel recupero – e da un gruppo che, al di là dei numeri, deve ritrovare la propria identità.
Fonte: Mattino






