La verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, spesso si trova nel mezzo — nel cuore del campo, dove il calcio diventa arte e sofferenza insieme. Napoli-Inter è stata proprio questo: un concentrato di emozione pura, un viaggio dentro la bellezza e il tormento che convivono nello stesso respiro.
In novanta minuti si è visto di tutto, ma il senso più profondo della partita è racchiuso in tre immagini: la volée sensazionale di Scott McTominay, l’abbraccio con Anguissa e De Bruyne a bordo campo, e infine il belga sulle stampelle, simbolo amaro di una serata dolceamara.
McTominay, la notte della Grande Bellezza
È lui l’uomo della partita, il volto della rinascita azzurra dopo l’incubo di Eindhoven. La sua volée, scoccata con una naturalezza quasi cinematografica, è il gesto che cambia il destino del Napoli. Spinazzola lo serve con un cross calibrato e McTominay, in una frazione di secondo, decide di provarci: il pallone vola basso, preciso, nell’angolino di Sommer. È l’istinto puro del campione, quello che trasforma un’occasione in un capolavoro.
Nel dopogara le sue parole risuonano come un manifesto di rinascita: «Cercavamo una grande prestazione per cancellare la Champions, e ci siamo riusciti. Ora diamo continuità».
Anguissa, potenza e personalità
Ma la vittoria ha anche un’altra firma: Frank Anguissa, protagonista di una prova monumentale. Il camerunese spacca l’Inter in due con i suoi strappi e le sue accelerazioni furiose, domina fisicamente e psicologicamente la mediana, fino a conquistarsi il titolo di MVP per la quarta volta in otto giornate.
Il suo gol del 3-1 è la fotografia della sua partita: potenza, lucidità e leadership. A fine gara commenta con semplicità, ma con fierezza: «Abbiamo reagito da squadra. Abbiamo battuto un’avversaria forte con l’atteggiamento giusto».
De Bruyne, il genio tradito dal fisico
E poi, quando l’euforia sale, arriva il colpo di scena che gela lo stadio. Kevin De Bruyne, poco dopo aver trasformato il rigore dell’1-0, si tocca la coscia destra e capisce subito: la sua partita, e forse più di questo, è finita.
Le lacrime che gli rigano il volto mentre esce accompagnato dallo staff medico raccontano tutto: la paura, la frustrazione, la consapevolezza di un infortunio serio. Il belga — anima e mente del Napoli di Conte — lascia il campo sulle stampelle, abbracciato dai compagni Anguissa e McTominay. È l’immagine più potente della serata: quella di una squadra che ritrova spirito e unità, proprio nel momento in cui perde il suo fuoriclasse.
Napoli ritrovato, ma con un’ombra
Il 3-1 rilancia il Napoli in vetta alla classifica, restituendo energia, fiducia e consapevolezza. Conte ha finalmente ottenuto la risposta che cercava: intensità, concentrazione, carattere. Ma lo fa pagando un prezzo alto.
L’infortunio di De Bruyne si aggiunge all’assenza di Lobotka, con il rischio di ridisegnare ancora una volta la geografia del centrocampo. Il tecnico spera di riavere lo slovacco già contro il Como, ma la preoccupazione è reale.
Per ora, resta la sensazione di una notte che ha risvegliato il Napoli: una squadra capace di soffrire, reagire e tornare a vincere, anche quando il destino sembra volerla mettere alla prova.
Fonte: Gazzetta






