I due silenzi che parlano più di mille parole
Cesc Fàbregas tace. Lo stesso fa Antonio Conte.
Le loro conferenze non mancheranno, ma Corbo apre notando che il calcio italiano trabocca già di parole. E forse, oggi, il silenzio è la forma più alta di comunicazione.
Napoli–Como, in programma stasera, diventa così una sfida speculare tra due idee di calcio vincenti ma opposte. Il Como incarna l’ambizione estetica, quasi il lusso fine a sé stesso: una filosofia che evoca il miglior Barcellona.
Il Napoli, invece, è aspro e concreto, modellato da Conte su intensità, disciplina e sofferenza. È una squadra che vive di furia intermittente, di fiammate come a Firenze e pause come a Lecce.
Napoli contro Como, il pragmatismo contro l’arte
Secondo Corbo, il Napoli dovrebbe lasciare al Como l’illusione del possesso palla, attendendo paziente l’errore per colpire. È la sintesi di due mondi: il romanticismo tecnico di Fabregas contro il realismo tattico di Conte.
Ma sul match incombono due pensieri “laterali”: l’Inter e la Juventus. Due presenze che, pur non in campo, condizionano il clima del calcio italiano.
L’Inter e il “rigorino”: una polemica da archiviare
Corbo punta il dito su Marotta, colpevole di aver definito “rigorino” il primo penalty concesso al Napoli sabato scorso.
Una “censura netta” – scrive – perché un presidente non può permettersi giudizi del genere se non in casi davvero clamorosi.
Conte, toccato nel vivo, avrebbe reagito “da serpente a sonagli”. Ma Corbo lo invita al distacco:
“Alla capolista si addice l’indifferenza, lo charme di chi vince.”
Poi il monito: il quinto scudetto è possibile, ma ora servono solo concentrazione e lavoro. Con Rrahmani di nuovo disponibile, Conte deve tornare a studiare, allenare, recuperare, senza distrazioni da mercato o polemiche.
La Juventus e l’ombra di Spalletti
Il secondo pensiero laterale guarda a Torino. Corbo nota come Luciano Spalletti, l’allenatore dello scudetto 2023, sia oggi “inciampato” nella sua avventura in Nazionale.
Dopo Higuaín e Sarri, un altro ex Napoli finisce alla rivale storica.
Il suo contratto “in prova”, otto mesi appena, racconta il momento difficile.
Corbo non risparmia ironia: Spalletti, dice, ha il dono della parola, ma spesso la spreca in metafore incomprensibili.
A Napoli, qualcuno arriva a proporre di revocargli la cittadinanza onoraria concessa nel 2023. “Giurò eterno amore e poi fuggì”, ricorda il giornalista, con una punta di veleno.
Il suo giudizio è feroce ma elegante:
“Spalletti resta un uomo adorabilmente gonfio di parole, e persino Dante gli riserverebbe un girone speciale: quello dei bravissimi, ma spergiuri.”
Il calcio oltre le parole
In fondo, conclude Corbo, il calcio italiano non ha bisogno di nuove dichiarazioni.
Tra il silenzio eloquente di Fabregas e quello determinato di Conte, parleranno solo le idee di gioco, i gesti, le tensioni.
Due allenatori diversi, un campo comune: la ricerca della vittoria senza bisogno di proclami.
Fonte: Repubblica






