Kevin De Bruyne: il belga è un problema per il Napoli
La Gazzetta dello Sport analizza il momento del Napoli, reduce da due sconfitte di fila ed atteso da un difficile match contro l’Inter. Il quotidiano trova in De Bruyne uno dei principali problemi per Conte.
De Bruyne: ecco perché il belga è un problema per Conte
Gazzetta: “L’Unità anticrisi è già in fermento. Perché è vero che siamo appena a fine ottobre, ma è altrettanto vero che nell’era Conte, il Napoli non aveva mai mostrato queste crepe, queste fragilità. Cosa può essere successo in così poco tempo, da alterare l’equilibrio di una squadra che faceva della solidità difensiva il suo punto di forza? Ecco, ad analizzare bene le prestazioni di questo avvio di stagione, il dato che più colpisce è proprio quello delle reti subite. Il Napoli prende gol da otto partite consecutive, praticamente da settembre parte sempre 0-1. Certo, qualcosa è cambiato in fase offensiva e, per stessa ammissione di Conte, l’idea è di un calcio più europeo, che punta a segnare un gol più dell’avversario e non a lucrare sul minimo vantaggio. Ma la squadra è davvero pronta a questa rivoluzione culturale? La risposta del campo al momento lascia interdetti, tanto da spostare l’attenzione su un altro quesito. Delicato, ma – forse – vero punto focale della questione: Kevin De Bruyne è una risorsa o un problema?
Filosofia diversa Partiamo da una certezza: messo nel contesto giusto, De Bruyne sarà sempre un valore aggiunto. Per la squadra e per il suo allenatore. Il problema, oggi, è che il Napoli ha dovuto (voluto?) cambiar pelle per inserire uno dei migliori centrocampisti al mondo dell’ultimo decennio. Che però, al momento, fatica a prendere in mano la squadra, a essere la luce che illumina la manovra offensiva. Un po’ per la condizione fisica che non sembra ancora ottimale. E un po’ perché il suo modo di giocare, evidentemente, non è ancora stato assorbito dai meccanismi di squadra. Kevin col City era abituato a un tipo di calcio molto offensivo, a gestire ritmi e tempi di gioco. A mettere le tende nella metà campo avversaria, dominando il possesso e aspettando il varco giusto per infierire. A Napoli, ovviamente, la situazione è diversa. E anche il calcio italiano ha una sua filosofia che resta lontana dall’idea di gioco di Kevin. Qui la tattica viene prima di tutto. Magari non c’è più la regola del “prima non prenderle”, ma alla fine la storia si ripete sempre: vince chi subisce di meno.
Equilibrio Conte ha provato a cercare un nuovo equilibrio con i Fab Four e a un certo punto sembrava anche sulla strada giusta. Ma ha bisogno che tutti e quattro i tenori della mediana stiano bene, fisicamente e mentalmente. E invece, senza Lobotka, il Napoli ha perso il suo centro di gravità, l’insostituibile per eccellenza. E se salta un ingranaggio, tutto il motore va in sofferenza. Anche un fuoriclasse come De Bruyne, allora, può essere risucchiato in questo vortice di negatività quando le cose non funzionano. A maggior ragione se, pur di essere inserito in un contesto vincente, bisogna andare a toccare l’uomo chiave dell’ultima stagione.
Gestione Ecco, la coesistenza tra McTominay e De Bruyne resta un tema in voga per le strade della città. Perché Scott, in questo nuovo sistema, parte largo per venire a chiudere al centro, finendo spesso per fare quasi il doppione di Kevin. Conte lo ha spiegato bene, senza giri di parole. «Per giocare con i 4 centrocampisti abbiamo dovuto cercare l’ampiezza con il terzino». Chissà che non sia allo studio ora una nuova soluzione. Magari con Kevin più punta, o semplicemente col ritorno ai tre in mediana. Alternando uomini e gestendo le forze. Per non perdere equilibrio e avere sempre un uomo fresco di qualità. Rinunciare a De Bruyne, però, può diventare un azzardo”.






