Immaginare un’Italia fuori dal Mondiale del 2026 è come incassare tre gol senza possibilità di rimonta. Un colpo che travolgerebbe il Paese sul piano sportivo, politico ed economico, lasciando cicatrici profonde nella storia del nostro calcio.
Un’umiliazione sportiva senza precedenti
Sarebbe la terza esclusione consecutiva dalla Coppa del Mondo, un record negativo che nessuna potenza del pallone ha mai toccato. Nemmeno Brasile, Argentina, Germania o Francia hanno mai saltato tre edizioni di fila. Restare a casa anche nel 2026 – mentre l’America accoglie l’evento più imponente di sempre – significherebbe scivolare fuori dall’élite mondiale, condannando la Nazionale e tutto il movimento a un ruolo marginale.
Guardare il Mondiale dal divano non sarebbe solo una questione di orgoglio ferito: l’Italia perderebbe credibilità e peso internazionale, confermando l’immagine di un calcio incapace di rialzarsi dopo i fallimenti del 2018 e del 2022.
Il rischio politico: la Figc sotto assedio
Dietro al disastro sportivo, si aprirebbe un vero terremoto politico. Il presidente della Figc Gabriele Gravina, rieletto lo scorso febbraio con quasi il 99% dei consensi, si troverebbe a fronteggiare la più grave crisi di legittimità del suo mandato.
Ogni riforma promessa, ogni progetto di rilancio verrebbe travolto dall’ennesimo fallimento del campo.
Nemmeno la sua esperienza sopravvissuta al Qatar 2022 basterebbe a salvarlo: allora c’era ancora fresco il ricordo della vittoria a Euro 2021. Oggi quel ricordo è sbiadito.
E nel mirino finirebbero anche Rino Gattuso, alla guida tecnica della Nazionale, e Gigi Buffon, che aveva puntato molto sul nuovo corso azzurro. In caso di mancata qualificazione, entrambi rischierebbero di chiudere la loro avventura in azzurro con largo anticipo.
Il terzo gol: la crisi economica
La mancata partecipazione ai Mondiali ha già lasciato segni pesanti nei conti federali. L’assenza in Russia nel 2018 costò 31,9 milioni di euro, quella in Qatar quasi 41 milioni tra premi FIFA, sponsor e merchandising.
Un’ulteriore esclusione dagli Stati Uniti – dove si annuncia il Mondiale più ricco di sempre con un montepremi da 896 milioni di dollari – avrebbe effetti devastanti.
Le partnership commerciali andrebbero ridiscusse, i contratti di sponsorizzazione ridotti, e perfino l’immagine del Made in Italy sportivo subirebbe un danno profondo. Basti ricordare che la vittoria a Euro 2021 aveva contribuito a una crescita del PIL dello 0,7% e generato circa 12 miliardi di euro per l’economia nazionale.
Una sconfitta che va oltre il campo
Il rischio di un’Italia ancora fuori dal Mondiale non è solo un tema calcistico: è un problema di identità nazionale, di sistema e di visione.
Tre gol incassati – sportivo, politico ed economico – che farebbero male più di qualsiasi eliminazione sul campo.
Ora resta solo una via: non sbagliare più. L’America è lontana, ma non irraggiungibile. Basta non perdere ancora palla.
Fonte: Gazzetta






