Due squadre, una domanda
Prima che Inter e Napoli scendessero in campo nelle rispettive sfide europee, c’era un interrogativo sottile ma cruciale: quale delle due sarebbe arrivata meglio allo scontro diretto di sabato?
Stessi punti, stanchezza condivisa, assenze pesanti (Thuram, Lobotka, Højlund), ma umori già opposti alla vigilia della Champions. Ora, dopo la “gita nel Benelux”, il verdetto è netto: tra Inter e Napoli si è aperto un abisso.
L’Inter vola con fiducia e concretezza
L’Inter di Cristian Chivu è tornata da Bruxelles con la terza vittoria consecutiva in Champions League: nove gol segnati, zero subiti. La squadra nerazzurra ha mostrato maturità e forza mentale, superando un inizio complicato contro l’Union Saint-Gilloise.
Il simbolo è Lautaro Martínez, protagonista assoluto: salva un gol sulla linea, sbaglia un’occasione clamorosa, ma si riscatta subito lasciando il segno. Accanto a lui, il giovane Pio Esposito — prima impreciso, poi decisivo — rappresenta il volto fresco e determinato del gruppo.
Le rotazioni funzionano, la difesa regge, e anche senza Thuram la squadra trova equilibrio e verticalità. Chivu sembra aver riscoperto la formula vincente: fiducia, compattezza e idee nuove.
Napoli, notte di incubi e segnali d’allarme
All’opposto, il Napoli di Antonio Conte è uscito distrutto dalla trasferta europea contro il PSV Eindhoven: una disfatta da sei gol subiti, mai accaduta prima a una squadra allenata da Conte.
Un risultato che va oltre il punteggio: è il segnale di una squadra svuotata, confusa e vulnerabile, soprattutto dopo le quattro sconfitte consecutive in trasferta tra Serie A e Champions.
Conte sembra non aver ancora trovato la chiave per far convivere De Bruyne e McTominay, né l’equilibrio per reggere il doppio impegno settimanale.
Eppure, la gara era partita bene: McTominay aveva portato avanti il Napoli con un colpo di testa, poi raddoppiato, ma il crollo successivo ha mostrato un gruppo che si è spento completamente.
Conte, tra identità smarrita e pressione crescente
“Certe serate non capitano per caso”, ha detto Conte. Una frase che suona come un’ammissione di consapevolezza: il tecnico sapeva che la squadra era fragile.
Ora però il tempo stringe: lo scontro diretto con l’Inter al Maradona diventa più di una partita. È la prima vera prova di tenuta psicologica e tattica per un Napoli che rischia di perdere fiducia e certezze, oltre che punti pesanti.
Per Conte non si tratta solo di reagire a una sconfitta, ma di ricostruire un’identità, ritrovare la compattezza e dimostrare che il progetto non è già in crisi dopo poche settimane.
Fonte: Gazzetta






