Un primo tempo d’allarme: il Como detta il ritmo
Il Napoli si presenta al Maradona senza smalto, quasi assente all’appello. Il Como prende il controllo con due firme chiare: Diao e il pressing collettivo.
Il ventenne senegalese naturalizzato spagnolo, per il quale il Tottenham avrebbe offerto 70 milioni, semina il panico sulla fascia destra: mette in difficoltà Politano e scavalca Di Lorenzo.
L’altra forza è la struttura tattica del Como, modellata sulla scuola del Barcellona: un uomo aggredisce il portatore, gli altri convergono.
Il Napoli subisce, osserva e si salva ancora una volta grazie a Vanja Milinković-Savić, che respinge il rigore di Morata come già aveva fatto martedì contro Camarda.
Gli infortuni restano una maledizione: si ferma anche Gilmour.
Conte non si sorprende più, inserisce Elmas e rinvia l’ingresso di Lobotka, forse non ancora pronto per reggere un’ora di gioco.
La reazione nella ripresa
Il secondo tempo cambia tono. Elmas, inizialmente in difficoltà in copertura, diventa via via più utile nella costruzione e trasmette energia alla squadra.
Politano ritrova vivacità, Gutierrez sostituisce Spinazzola con carattere, mentre Neres e Anguissa provano a spingere sulle fasce.
La difesa tiene: rientra Rrahmani, che con Buongiorno forma un tandem solido.
Il Como resta comunque ordinato e aggressivo, costringendo il Napoli a una gara di resistenza.
Conte, consapevole della stanchezza diffusa e dei troppi malanni muscolari, cambia con prudenza ma senza spezzare la tenuta mentale della squadra.
Conte, orgoglio e sopravvivenza
Nonostante la fatica e le assenze, il gruppo azzurro mostra spirito e dedizione.
Politano resta encomiabile per volontà, Anguissa si spende fino all’errore, Højlund risponde al richiamo del tecnico entrando in partita con maggiore intensità.
Conte pensa a Lucca, poi rinuncia: anche solo l’intenzione basta a scuotere i suoi.
È un Napoli che non brilla ma resiste con orgoglio, mascherando una condizione fisica precaria e una lista di infortuni ormai infinita.
Nel pareggio contro il Como convivono due letture: è un risultato amaro, ma anche una prova di sopravvivenza.
Il valore del pareggio
Conte, come spesso accade, si prende responsabilità che forse non gli appartengono.
Sotto il peso degli infortuni e della sfortuna, riesce comunque a tenere la squadra in quota, con 22 punti e il primo pareggio stagionale.
Qualsiasi altra formazione sarebbe crollata, ma il Napoli resta lì, in lotta e con la testa alta.
Il tecnico trasforma la sofferenza in disciplina, il disordine in orgoglio.
E nel mezzo del caos fisico e mentale, si intravede un segnale positivo: il ritorno di Rrahmani, tornato gigante al centro della difesa.
La vera grandezza di Conte sta qui: non nega la fatica, la governa.
Fa volare un Napoli logorato ma ancora vivo, tenuto insieme dal coraggio e dalle mani di un portiere che, più di tutti, rappresenta la sua stessa filosofia: resistere, sempre.
Fonte: Repubblica






