Hojlund, un duello di famiglia mancato
Stasera, per Rasmus Hojlund, non sarà una partita come le altre.
Il centravanti danese del Napoli avrebbe potuto incrociare il fratello Oscar, centrocampista dell’Eintracht Francoforte, ma il destino ha scelto diversamente: un infortunio lo terrà fuori dai convocati.
In tribuna, invece, ci sarà papà Anders, ex attaccante, che per una sera dovrà tifare soltanto per uno dei suoi figli.
La Champions, spesso, è anche questo: storie di famiglia intrecciate alla grande competizione. Ma per Hojlund, stavolta, la priorità è una sola — ritrovare il gol e trascinare il Napoli in una notte che può cambiare la stagione europea.
Una Champions per ritrovarsi
Il Napoli arriva alla sfida contro l’Eintracht dopo la prova opaca con il Como, ma con la consapevolezza di poter ancora correggere la rotta in Champions.
Le prossime due partite, quella di stasera al Maradona e quella del 25 ottobre contro il Qarabag, rappresentano due occasioni cruciali per riaggiustare la classifica e la fiducia.
In Europa, Hojlund ha già lasciato un segno: la doppietta allo Sporting, unica vittoria azzurra nel girone, resta una delle serate più brillanti del suo inizio napoletano.
Da allora, però, il danese non ha più trovato la rete — a secco dal 5 ottobre — complice prima un problema fisico e poi la scarsa assistenza dei compagni, come contro il Como, dove è rimasto troppo isolato.
L’atmosfera internazionale, unita alla fragilità difensiva dei tedeschi, potrebbe essere la scintilla giusta per farlo ripartire.
L’ombra di Lukaku e la sfida personale
In casa Napoli si respira un’aria di competizione interna: Romelu Lukaku, fermo da tempo per infortunio, è tornato a lavorare a Castel Volturno e presto tornerà a disposizione.
La presenza del belga, anche solo simbolica, basta a rimettere pressione su Hojlund, chiamato a dimostrare di poter essere il centravanti titolare anche nei momenti più delicati.
Conte lo sa bene: stimolarlo è l’unico modo per accenderlo.
Con il Manchester United, Hojlund aveva firmato 5 gol in 6 gare di Champions, confermandosi uomo da grandi notti.
Ora serve la stessa scintilla a Napoli, dove il legame con McTominay, compagno di nazionale e di club ai tempi inglesi, potrebbe tornare utile.
Il loro asse — l’inserimento dello scozzese e il tocco finale del danese — resta un’arma che il Maradona sogna di rivedere.
Napoli ed Eintracht, paralleli e differenze
Curiosamente, Napoli (23°) ed Eintracht (22°) occupano posizioni contigue nella maxi classifica europea.
Entrambe hanno una sola vittoria, entrambe subiscono troppo: 9 reti incassate dagli azzurri, 11 dai tedeschi.
L’Eintracht ha un risultato ricorrente, quasi simbolico: 5-1.
Con quel punteggio ha battuto il Galatasaray, ma anche perso contro Atletico Madrid e Liverpool.
Un equilibrio precario che rende imprevedibile la sfida del Maradona.
Difficile aspettarsi uno 0-0: le due squadre hanno contribuito con 31 dei 200 gol complessivi delle prime tre giornate di Champions.
Conte, tuttavia, parte da una certezza: il Napoli ha chiuso le ultime due gare senza subire reti (contro Lecce e Como), segnale di una ritrovata compattezza difensiva.
Il ritorno di Rrahmani e la forma di Buongiorno garantiscono solidità, mentre Politano, spesso costretto a rincorrere, ha dato equilibrio alla fase di copertura.
Il prezzo da pagare, però, è la minore brillantezza in attacco.
Il ritorno di Lobotka e la chiave del gioco
La buona notizia per Conte è il rientro di Lobotka, che ridà ordine e verticalità alla manovra.
Con lo slovacco in regia, McTominay può tornare a inserirsi, sfruttando spazi che in Serie A gli avversari hanno imparato a chiudere.
Per scardinare la schermatura tedesca, il Napoli dovrà cercare profondità sulle fasce: uno sviluppo rapido, verticale, meno prevedibile rispetto alle ultime uscite.
Dopo il pesante 6-2 subito a Eindhoven, la squadra ha reagito segnando quattro gol, ma due su palla inattiva.
Serve più costruzione, più fluidità negli ultimi trenta metri.
Risalire la china
La classifica europea non rende giustizia al valore tecnico del Napoli, primo in Serie A ma solo 23° in Champions.
Una posizione anomala, quasi paradossale per una squadra che in patria domina.
Conte, tuttavia, non si accontenta: l’obiettivo è entrare tra le prime 24 e centrare almeno i playoff, trampolino verso una seconda fase in cui tutto può succedere.
Il Psg, ricordano in molti, chiuse la scorsa prima fase al 15° posto, con appena 13 punti, e poi vinse la coppa.
Conte non deve per forza imitare quella cavalcata, ma nemmeno restare nell’anonimato.
La risalita europea comincia stasera, al Maradona, sotto i riflettori di una Champions che perdona poco ma offre sempre una seconda occasione.
Fonte: Gazzetta






