Il ritorno del macedone: duttilità al servizio del Napoli
Detto, fatto: Elif Elmas è tornato a Napoli e lo ha fatto con lo status di “tuttofare”.
Dopo l’infortunio di Lukaku e l’arrivo di Højlund, la società azzurra ha deciso di puntare sulla sua versatilità anziché intervenire sul mercato con due acquisti separati.
Nelle intenzioni avrebbe dovuto coprire un paio di ruoli, ma di fatto sta occupando quasi tutte le zone del campo.
Contro il Como è stato schierato da regista, sostituendo l’infortunato Gilmour, ma dall’inizio della stagione ha preso il posto di Anguissa, Politano, McTominay e persino De Bruyne, quando nel 4-1-4-1 di Conte i due si alternavano sulle fasce del centrocampo.
Un jolly vero e proprio, prezioso in un momento in cui gli infortuni hanno falcidiato la rosa azzurra.
L’adattamento sorprendente: semplicità e intelligenza tattica
Il suo rendimento ha sorpreso molti, ma non chi ne conosce da tempo le qualità.
Nel ruolo di regista, che sembrava lontano dalle sue corde, Elmas ha dato al Napoli ordine e dinamismo, muovendo palla con sobrietà e lucidità.
Non ha quasi mai rallentato la manovra, un aspetto significativo per un giocatore che in passato tendeva a portare troppo il pallone.
Conte gli ha chiesto semplicità, e il macedone lo ha accontentato senza perdere la sua identità.
Si è sacrificato davanti alla difesa, rinunciando a qualche sortita offensiva pur di garantire equilibrio alla squadra.
Una maturità nuova, costruita passo dopo passo, che ha convinto lo staff tecnico a concedergli maggiore spazio.
Da riserva a risorsa: Conte lo premia con fiducia
Fino alla gara con il Lecce, Elmas era stato utilizzato pochissimo: solo due volte da titolare, contro Pisa e Lecce, in partite di turnover massiccio.
Il suo minutaggio era un piccolo cruccio per l’ex Lipsia, desideroso di ritagliarsi un ruolo più importante.
Conte, però, ha preferito attendere, inserendolo solo quando lo ha ritenuto pronto sia fisicamente che mentalmente.
Il ritardo di condizione era comprensibile: Elmas non aveva partecipato al ritiro estivo e in Germania era considerato un corpo estraneo.
Ma, una volta reinserito nei meccanismi contiani, ha risposto con prestazioni solide e un rendimento in crescita.
Oggi è diventato una garanzia silenziosa, capace di adattarsi alle esigenze del momento e di riempire i vuoti lasciati dagli infortuni.
Il “dodicesimo uomo” come ai tempi di Spalletti
La duttilità, che per molti calciatori può rappresentare un limite, per Elmas è una risorsa naturale.
Già nell’era Spalletti era stato definito il “dodicesimo uomo” del Napoli campione d’Italia, con 36 presenze complessive, 6 reti e 22 ingressi dalla panchina.
Oggi quella definizione torna d’attualità: in campionato conta 8 presenze, 6 delle quali da subentrato, confermandosi un jolly prezioso.
Non si lamenta, non alza la voce, ma si fa trovare sempre pronto.
Conte apprezza il suo spirito di servizio e la capacità di interpretare più ruoli con la stessa dedizione.
In una squadra in costruzione, il suo esempio di professionalità e umiltà è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio.
Cuore azzurro: l’amore per Napoli non si è mai spento
Oltre al rendimento in campo, Elmas ha mantenuto un legame fortissimo con la città.
Anche durante la parentesi lontano dal Vesuvio, nel gennaio 2024, non ha mai smesso di sentirsi napoletano.
Sui social ha continuato a mostrare il suo affetto per la maglia, e spesso è tornato in città per salutare amici e tifosi.
Oggi, con il ritorno in azzurro, ha ritrovato il sorriso e la voglia di sentirsi parte di un progetto che conosce bene.
Giocare ovunque, anche fuori ruolo, non è per lui un sacrificio ma una dichiarazione d’amore verso il Napoli.
Elif Elmas è tornato, e questa volta non ha alcuna intenzione di andarsene.
Fonte: Mattino






