Un momento complicato per i tedeschi
L’Eintracht Francoforte si presenta al Maradona nel peggior momento possibile.
La squadra di Dino Toppmöller, figlio di Klaus — tecnico del Bayer Leverkusen finalista di Champions nel 2002 — sta attraversando un periodo di evidente flessione.
L’eliminazione dalla Coppa di Germania ai rigori e la sola vittoria nelle ultime quattro gare di campionato (2-0 al St. Pauli) raccontano una squadra in difficoltà, sia dal punto di vista dei risultati che della fiducia.
Il progetto tecnico, rinnovato dopo le cessioni estive, non è ancora decollato. Toppmöller, pur cercando soluzioni tattiche diverse, non è riuscito a trovare stabilità né equilibrio tra i reparti.
Tattica in evoluzione e problemi difensivi
Nel corso di questo avvio di stagione, l’Eintracht ha cambiato spesso volto.
Il tecnico ha alternato il 4-2-3-1, il 3-4-1-2 e, in alcune partite, anche il 3-4-2-1.
Ma dietro la varietà tattica si nasconde un problema strutturale: la difesa.
I numeri sono impietosi: 11 gol subiti in tre partite di Champions League e 19 reti incassate in nove gare di Bundesliga.
Una media troppo alta per una squadra che punta a ritagliarsi spazio anche in Europa.
Gli errori individuali e i cali di concentrazione, spesso nei momenti chiave, hanno compromesso risultati che sembravano alla portata.
A pagare di più questa instabilità è la retroguardia guidata dal capitano Koch e dal belga Theate, ex Bologna, chiamati a reggere un reparto in costante affanno.
L’assenza di un leader difensivo affidabile si è fatta sentire e Toppmöller dovrà trovare al più presto un equilibrio per evitare nuove imbarcate come quelle già viste in Champions.
Pericoli in transizione e talento offensivo
Nonostante le difficoltà difensive, l’Eintracht conserva un potenziale offensivo importante, soprattutto nelle situazioni di transizione.
È proprio nelle ripartenze che i tedeschi diventano più pericolosi, sfruttando la velocità dei propri esterni e la fisicità delle punte.
Tra i protagonisti spicca Ansgar Knauff, cresciuto nel Borussia Dortmund e già decisivo nella cavalcata europea del 2022, quando i tedeschi vinsero l’Europa League.
Accanto a lui, Jonathan Burkardt, arrivato dal Mainz, rappresenta una soluzione potente e tecnica al centro dell’attacco, alternativa di livello a Wahi, l’altro terminale offensivo del gruppo.
In mezzo al campo, la coppia Skhiri-Larsson garantisce corsa e copertura: due profili complementari che uniscono esperienza e aggressività, pilastri di una formazione giovane e ancora in fase di crescita.
L’assenza di Uzun pesa come un macigno
Il forfait più pesante resta quello di Can Uzun, il talento turco classe 2005, nato in Germania e autentica rivelazione di inizio stagione.
Con 5 gol nelle prime 5 partite di Bundesliga, Uzun era diventato il simbolo della rinascita offensiva dell’Eintracht, ma un infortunio muscolare lo costringerà a saltare la trasferta di Napoli.
L’assenza del giovane prodigio priva Toppmöller di una risorsa preziosa: un giocatore capace di muoversi tra le linee e di creare superiorità numerica con dribbling e visione di gioco.
Il suo recente calo di rendimento era stato fisiologico dopo un avvio esplosivo, ma la perdita del suo talento lascia un vuoto difficile da colmare in una partita cruciale come quella del Maradona.
Napoli osserva, ma senza sottovalutare
Sulla carta, il Napoli parte favorito. Tuttavia, la squadra tedesca resta pericolosa se lasciata giocare in velocità, e nonostante le difficoltà strutturali conserva un’anima combattiva.
Conte e i suoi sanno che l’Eintracht, ferito e in cerca di riscatto, non arriverà a Napoli in gita di piacere.
Al Maradona si attende una partita aperta, con un Napoli chiamato a confermare la solidità ritrovata e un’Eintracht costretto a reagire per non compromettere il proprio cammino europeo.
Fonte: CDS






