Il viaggio verso Anversa e la decisione dell’intervento
Kevin De Bruyne ha lasciato Napoli lunedì mattina a bordo di un jet privato, partendo dall’aeroporto di Capodichino. Con lui c’erano la moglie Michele Lacroix, i tre figli e alcuni collaboratori, oltre a numerosi bagagli: un chiaro segnale che la permanenza all’estero sarà tutt’altro che breve. Il centrocampista belga del Napoli, protagonista sfortunato della sfida di sabato contro l’Inter al Maradona, si è trasferito immediatamente ad Anversa per prepararsi all’intervento chirurgico alla coscia destra, programmato per oggi in una clinica privata.
La lesione di alto grado al bicipite femorale è arrivata al minuto 33 del match: dopo aver realizzato il rigore dell’1-0, De Bruyne si è accasciato a terra, piegando il capo per il dolore. Al momento del gol i compagni festeggiavano, ma lui, con lo sguardo basso e gli occhi lucidi, aveva già intuito la gravità dell’infortunio. È una scena che ha colpito tutti, soprattutto perché il giocatore sembrava essersi finalmente integrato pienamente nel sistema di Conte.
Una nuova lesione, non una recidiva
Il dottor Kristof Sas, già responsabile sanitario della nazionale belga, ha chiarito che il nuovo problema non è collegato a quello che aveva costretto De Bruyne a un lungo stop nel 2023. Allora, il fuoriclasse si era operato per una lesione simile allo stesso muscolo e aveva saltato 29 partite tra Manchester City e Belgio, restando ai box quasi cinque mesi. Stavolta, però, la diagnosi è diversa: si tratta di una lesione recente e indipendente, meno complessa da trattare perché non c’è un eccesso di tessuto cicatriziale.
«Il nuovo intervento non ha nulla a che vedere con il precedente — ha spiegato Sas a Sporza.be —. È una lesione nuova e questo rende l’operazione più semplice. Ecco perché si interviene subito».
Recupero e obiettivi futuri
De Bruyne ha scelto nuovamente la chirurgia, preferendola alla terapia conservativa adottata in passato da Romelu Lukaku per un infortunio simile. Tuttavia, la riabilitazione avverrà proprio nella stessa struttura frequentata dall’attaccante, la Move to Cure di Anversa, centro specializzato nel recupero muscolare di alto livello.
Le previsioni parlano di tre mesi di stop nella migliore delle ipotesi, ma non si esclude un percorso di quattro mesi se il decorso post-operatorio dovesse richiedere più tempo. Obiettivo primario: tornare a disposizione del Napoli per la parte finale della stagione e ritrovare la forma in vista del Mondiale 2026, in programma tra Canada, Messico e Stati Uniti.
«In genere servono circa quattro mesi, ma molto dipende dalla risposta del muscolo e dal lavoro di riatletizzazione — ha aggiunto Sas —. Il Mondiale non dovrebbe essere a rischio, ma sarà importante che Kevin torni a giocare con continuità prima di allora».





