Alla vigilia del match, il tecnico ha richiamato la squadra a un approccio maturo e concentrato: il Torino è avversario ostico e per portare a casa punti serviranno equilibrio, corsa e cura dei momenti chiave della partita.
Antonio Conte sulla difficoltà della sfida con il Torino
Ecco quanto dichiarato da Antonio Conte: “Abbiamo ritrovato i Nazionali, la maggior parte di loro ha giocato tutte e due le partite. Quando tornano devi calibrare bene il reinserimento in gruppo per preparare la gara di Torino.
Buongiorno si è allenato in gruppo da 3-4 giorni ed è a disposizione. Matteo è rientrato in gruppo, Amir sta recuperando e sta andando abbastanza bene. Lobotka ha iniziato la fase di recupero.
In questi 22 giorni dobbiamo cercare di dare delle risposte nel giocare 7 gare: ci sarà un importante dispendio energetico e dovremo ruotare La Rosa, avremo bisogno di tutti. Siamo curiosi di vedere che risposte daremo.
Il modulo? È sempre un 4-3-3 alla fine che può essere tipico o atipico. Oggi il calcio dà varie informazioni a chi lo vede: le da in fase difensiva ed in fase offensiva. È difficile catalogare un sistema difensivo ed uno offensivo. Abbiamo certezze sia con due esterni offensivi oppure solo con uno. Con lo Sporting Lisbona siamo partiti con 4 centrocampisti, abbiamo messo le ali ed abbiamo vinto. Col Genoa siamo partiti con due ali e l’abbiamo vinta con i 4 centrocampisti. Mi preme sottolineare alcune cose, a volte si vede solo l’ultima gara e non la penultima. Abbiamo queste due situazioni in gioco, queste due identità abbastanza chiare. La squadra è stata strutturata su queste situazioni.
Qualsiasi squadra che affronta i campioni in carica saranno al massimo perché hai lo scudetto sul petto. Chi gioca contro il Napoli ha voglia di fare qualcosa di straordinario. Domani sarà una gara difficile, conosco l’ambiente. Ho visto molte partite del Torino, ha tradizione, un’ottima squadra ed un ottimo allenatore come Baroni. La sua Lazio lo scorso anno è stata la nostra bestia nera. Domani però sarà un’altra partita.
Infortuni in aumento? Sarebbe carino fare una statistica anche a livello europeo. È chiaro che più giochi più rischi di infortunarti perché ti alleni di meno. Il non allenamento induce agli infortuni muscolari. I calciatori sono umani, lo stress fisico ed emotivo mette tutti in difficoltà. All’estero è una situazione generalizzata. Spesso ci si lamenta perché si gioca tanto, ma questo è un cane che si morde la coda. Per questo servono rose ampie e profonde. Se giochi tanto è inevitabile far fronte a delle problematiche.
Neres è un giocatore che conosco bene, non deve dimostrarmi nulla. Lo scorso anno ha contribuito in modo importante allo scudetto. Lang sta cercando di capire cosa vogliamo da lui, a livello di giocata singola e di partecipazione collettiva. È un ragazzo che lavora e si applica ed avrà le sue opportunità per integrarsi. Bisogna continuare a lavorare con serietà e con voglia e bisogna avere pazienza, anche io devo averne.
L’anno scorso Lobotka si fece male e Gilmour lo sostituì in modo egregio, ho grande fiducia in lui. Billy ha sempre risposto presente, ha caratteristiche simili a quelle di Lobotka. Altre soluzioni? Diventa complicato perché tutti hanno caratteristiche diverse, non sono dei vari play. Nell’eventualità dovremo adattare qualche calciatore.
Cosa mi preoccupa di più di quest’anno? L’ho già detto tante volte, sarebbe superfluo ribadire sempre le stesse cose. Basta vedere cosa ho detto nel passato, altrimenti diventa una litania, non voglio essere petulante.
McTominay? Il discorso è semplice: ha cambiato status. L’anno scorso è stato MVP. Era arrivato da underdog, doveva dimostrare tanto ed oggi invece non è più quel calciatore. Quando cambi status le attenzioni cambiano, in campo e fuori. È inevitabile che oggi venga visto in modo diverso rispetto all’anno scorso dagli avversari con accorgimenti differenti”.






