Conte rianima il Napoli: dalla notte storta al colpo di genio
Il Napoli di Antonio Conte ha vissuto contro il Genoa una di quelle serate che rischiano di scivolare nel disastro, ma che un allenatore esperto può trasformare in un momento fondativo.
L’inizio era stato preoccupante: gioco lento, idee confuse e un primo tempo in cui il Genoa, con il giovane Ekhator, sembrava padrone del campo. Il 18enne ha colpito ancora il 5 ottobre, esattamente un anno dopo il suo primo gol in Serie A, confermando un talento precoce e temerario.
Conte, dopo le fatiche di Champions, aveva deciso di ruotare: fuori De Bruyne, dentro il “vecchio” 4-3-3 scudettato. Ma quella copertina di Linus si è rivelata logora. Il Napoli appariva compassato, i sincronismi smarriti. Olivera è stato travolto sulla fascia, Neres è parso un’ombra priva di spunti. Persino l’urlo di Conte dalla panchina si perdeva in un mare di passaggi orizzontali.
De Bruyne cambia tutto: un ingresso che ribalta il destino
La svolta è arrivata con due mosse da scacchista: Spinazzola per Olivera e, soprattutto, De Bruyne per Politano. L’impatto del belga è stato immediato — il Napoli ha alzato ritmo, coraggio e profondità. In appena diciotto minuti la partita si è capovolta: prima il pareggio di Anguissa, poi la zampata di Højlund. Il danese, reduce da una doppietta europea, ha siglato il gol che ha trasformato la “malanotte” in un trionfo.
Conte ha trasmesso alla squadra la propria ossessione per la reazione: il Napoli non ha smesso di lottare, e questo spirito sembra la vera eredità del tecnico.
Le ombre restano: una difesa da registrare e un nuovo fattore in porta
Eppure il lavoro non è finito. Sei partite consecutive con almeno un gol subito raccontano una difesa ancora arrugginita. Conte dovrà intervenire durante la sosta, ma una certezza nuova è già emersa: Milinkovic-Savic. Il portiere serbo, preferito a Meret, ha dimostrato perché il tecnico lo abbia voluto a tutti i costi.
Il suo lancio lungo che ha innescato l’1-1 è diventato simbolo del “fattore Milinkovic”: la capacità di spezzare il pressing e arrivare direttamente alle punte.
Il Napoli non ha ancora la brillantezza dello scorso anno, ma ora ha un carattere più definito. E in Højlund sembra aver trovato l’attaccante del destino, il riflesso più fedele del temperamento di Conte: affamato, nervoso, implacabile.
Fonte: Il Mattino






