La posizione del club
“Serenità.” È questa la parola d’ordine dei legali del Napoli — Gino Fabio Fulgeri, Gaetano Scalise e Lorenzo Contrada — dopo la pubblicazione su Repubblica delle intercettazioni legate al trasferimento di Victor Osimhen dal Lille al club azzurro.
Gli avvocati del presidente Aurelio De Laurentiis hanno espresso “stupore per la diffusione a mezzo stampa di atti d’indagine che, per la loro natura, avrebbero dovuto restare riservati”. E aggiungono: “Non emerge alcun disegno illecito, ma la normale dinamica di una trattativa di mercato, priva di qualsiasi profilo penalmente rilevante.”
Secondo la difesa, le frasi riportate non provano alcuna irregolarità. “Gli interlocutori citati — spiegano i legali — sono già stati ampiamente ascoltati dai pubblici ministeri. Le conversazioni si inseriscono in un contesto operativo tipico delle negoziazioni sportive.”
Le intercettazioni e i documenti
Tra gli atti finiti al centro dell’attenzione mediatica ci sono alcuni messaggi tra dirigenti. In un sms, l’allora vice direttore sportivo Giuseppe Pompilio scrive a Cristiano Giuntoli: “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare.”
In un’altra comunicazione, il presidente del Lille Gérard Lopez parla di un “valore nominale” assegnato a un calciatore “per pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club”.
C’è poi una mail interna in cui Giuntoli discute con l’amministratore delegato Andrea Chiavelli, sottolineando che “Ounas ha un reale valore di mercato superiore a Leandrinho e Llorente”.
Questi elementi, secondo la Procura di Roma, sarebbero indizi di una contabilizzazione artificiosa, utile a generare plusvalenze. È su questo punto che si basa l’accusa di falso in bilancio mossa a De Laurentiis, che sarà discussa nell’udienza preliminare fissata per il 6 novembre. Il procedimento riguarda le stagioni 2019-2021 e in particolare le operazioni Manolas e Osimhen.
Il fronte sportivo
Sul piano sportivo, invece, il Napoli può restare tranquillo. La Procura Federale, guidata da Giuseppe Chinè, ha già valutato gli atti e non ha ravvisato le condizioni per un nuovo processo o per una revocazione della precedente assoluzione.
Il club partenopeo era stato già prosciolto in primo e secondo grado e, a differenza del caso Juventus, non emergono prove “confessorie” né valori manipolati in modo evidente.
Per ora, dunque, nessun rischio di sanzioni sportive: il Napoli resta sereno, proprio come chiedono i suoi avvocati.
Fonte: Gazzetta






