Tiberio Ancora, ex preparatore del Napoli, é intervenuto a Spazio Napoli dove è tornato a parlare ancora una volta del Napoli.

Tiberio Ancora svela alcuni retroscena sul Napoli
Tiberio Ancora: “Sono stato un calciatore professionista fino ai 40 anni, e ho sempre curato l’allenamento, la forza, l’alimentazione e l’integrazione. Tutto questo quando queste cose non esistevano, i miei compagni mi vedevano arrivare con le proteine, dicevano: ‘Questo che sta prendendo? Che sta facendo?’
Mi sono appassionato, studiavo, prendevo attestati, master e qualifiche. Mi sono allungato la carriera perché ho iniziato a studiare quando avevo circa 28-30 anni. Mi chiedevo: ‘Adesso che smetto di giocare, che faccio?
Nel frattempo avevo iniziato a catturare l’attenzione di chi mi stava intorno, tra cui anche Antonio Conte. Lui mi disse: ‘Se ti fa piacere entrare a far parte del mio staff, io ne sarei felice’. Mi disse anche: ‘Se io cresco, cresci con me. Con l’avvento della Nazionale, quando i calciatori non arrivavano secondo i parametri del mister, ci siamo dovuti esporre. Mi sono ritrovato a parlare davanti a 200-300 persone, tra cui presidenti, preparatori e allenatori di Serie A e B.
Lo scudetto a Napoli? Il legame lo sentivo e lo sento ancora, perché c’è tantissima gente che mi scrive. Quando il pubblico percepisce che c’è un attaccamento che va oltre l’aspetto professionale, allora entri nel cuore delle persone per sempre.
Conte? Io penso che sia molto semplice: conosco due Antonio Conte, uno professionale e uno amichevole. In televisione può sembrare duro, scontroso … ma in realtà è una persona simpatica, gentile, cordiale. È una persona per bene. Ci tengo a ribadirlo: è una persona per bene. Vi porto un aneddoto, per farvi capire: quest’estate, la cosa più simpatica che abbiamo fatto insieme è stata imitare Lino Banfi nei film ‘Vieni avanti cretino’… Antonio Conte è anche questo.
L’infortunio di De Bruyne? L’infortunio di De Bruyne è piuttosto serio, e se non sarà attento nel gestire l’alimentazione post-operatoria, probabilmente i tempi di recupero si allungheranno. Ma conoscendo il professionista che è, curerà i dettagli al millesimo.
Chi ha svoltato grazie a me? Posso citarti diversi calciatori, ma non vorrei fare torto a qualcuno. McTominay, Anguissa, Lukaku, Lobotka, Rrahmani, Di Lorenzo… potete anche chiederlo a loro.
L’addio al Napoli? Il Napoli mi chiedeva di rimanere a tempo pieno, ma io ho uno studio a Lecce molto importante. Adesso, per dire, il Napoli è quasi in ritiro da un mese, con tutte le partite che ha fatto e che ci saranno. Non è stato facile, tanti mi hanno detto: ‘Hai avuto un coraggio incredibile”.
Quello che ho vissuto a Napoli non l’ho mai visto. Non è solo tifo, è una forma di ribellione: Napoli, che è stata sottomessa in passato, oggi primeggia.
Un neo di Napoli? Mi dà fastidio soltanto una cosa: tra tantissimi tifosi perbene, ci sono anche pochissime persone cattive, che nei momenti di crisi ci hanno massacrato. È questo che voglio dire ai tifosi napoletani: quando le cose non vanno bene, bisogna restare uniti. Perché quando si vince, la gioia è ancora più grande”.






