Un’operazione da 50 milioni in contanti più 20 milioni in calciatori: è così che, secondo la Procura di Roma, il Napoli avrebbe chiuso nel 2020 l’affare Osimhen con il Lille. Ma dietro i numeri ufficiali, per i magistrati, si nasconderebbe una manovra artificiosa, costruita per generare plusvalenze fittizie.
Grazie all’informativa della Guardia di Finanza, Repubblica ha ricostruito nel dettaglio le tappe di quella trattativa. I pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano contestano a De Laurentiis, assistito dagli avvocati Fulgeri e Contrada, un sistema contabile “fragile”, basato su valutazioni gonfiate.
Il messaggio di De Laurentiis e la soglia dei 50 milioni
Nel cuore della trattativa, un messaggio diretto del presidente del Napoli all’allora direttore sportivo Giuntoli: «Se non ci sono bonus, ma alla fine sono 70 meno 20, per me va bene. Adl».
Il club aveva fissato un tetto massimo di 50 milioni per Osimhen. Dall’altra parte, il presidente del Lille Gérard Lopez chiedeva 70 milioni, proponendo di inserire Llorente e alcuni bonus legati alla Champions.
Ma è una mail di Lopez a insospettire gli inquirenti: in quel testo si parla di un “valore di facciata”, utile a chiudere l’affare a un prezzo inferiore ma con un valore nominale più alto. Per la Procura, è la prova della costruzione artificiale dell’operazione.
Le chat tra Giuntoli e Pompilio
A rendere tutto più opaco, le conversazioni WhatsApp tra Giuntoli e Pompilio del 20 luglio 2020. Dalle chat emerge che i due avrebbero diretto le trattative dei tre giovani inseriti nell’affare – Manzi, Palmieri e Liguori – indicando persino cosa far scrivere ai procuratori.
In un messaggio Giuntoli incalza: «Allora fallo fare. E approssimativamente. Gli diamo uno specchietto della previsione al volo».
Pompilio replica: «Fammi lavorare. Non puoi renderti conto di cosa ti ha chiesto».
La Guardia di Finanza riporta che «i procuratori dei tre calciatori hanno confermato che l’operazione è stata gestita interamente dai dirigenti del Napoli».
I dubbi del Lille
A complicare il quadro, anche una mail interna al Lille. Julien Mordacq, dirigente del club francese, avverte il Ceo Marc Ingla: «Ogni particolare ritenuto strano potrebbe generare domande sull’insieme di queste operazioni».
Domande che ora dovrà affrontare il Tribunale di Roma, chiamato a stabilire se l’affare Osimhen fu solo una brillante operazione di mercato o un caso di falso in bilancio.
Fonte: Repubblica






