Da Higuain a De Bruyne: i cinque colpi più politici del Napoli di ADL
Kevin De Bruyne è l'ultimo di una lista che ha scandito l'ascesa politica del Napoli

L’annuncio di Kevin De Bruyne come nuovo giocatore del Napoli è stato da più parti descritto come il manifesto della nuova geopolitica calcistica nostrana: in altre parole è un chiaro segnale che il vento è cambiato e che non è più quello del nord a soffiare più forte in Italia bensì quello che ha origine proprio in terra partenopea.
Siccome però questo cambiamento non è avvenuto dalla sera alla mattina, ma è stato frutto di un lento ed inesorabile ascesa del club di ADL, andiamo dunque a ricordare quelli che per noi sono stati i 5 acquisti più “politici” del Napoli di ADL.
Una sola premessa è d’obbligo: per “politico” si intende un acquisto che allo stesso tempo rappresenti l’emblema di un ambizione e contestualmente quindi un messaggio alla concorrenza. Non conta invece poi la resa effettiva che quell’acquisto ha prodotto. Questo è per esempio il motivo per il quale tanti giocatori straordinari, come Lavezzi, Hamsik, Cavani, Mertens fino ai più recenti Kvara, Osimhen e McTominay – giocatori che si sono rivelati fenomenali ma che nel momento in cui sono approdati a Napoli non erano premessa di un manifesto politico – non trovano posto in quest’articolo.
Ecco dunque i cinque acquisti più politici del Napoli per i quali andremo in rigoroso ordine cronologico:
Estate 2013 – Gonzalo Higuaìn
Siamo stati in forte dubbio tra lo scegliere il Pipita oppure colui che effettivamente lo ha convinto a venire al Napoli ovvero il mister Rafa Benitez. Alla fine abbiamo optato per l’argentino perché, se per Benitez qualcuno avrebbe potuto obiettare che fosse un allenatore in fase già leggermente calante di carriera, per Higuain questo discorso era inapplicabile: ventisei anni, centoventuno reti nella squadra più importante del globo – il Real Madrid – Higuaìn, acquistato grazie alla cessione di Cavani, è stato il primo chiaro messaggio di ADL: ho ceduto Edinson ma non mollo, anzi: rilancio. E lo fa con una punta che nessuno poteva nemmeno immaginare potesse accostarsi al Napoli. Ancora oggi Higuaìn è probabilmente, per rendimento, il più forte giocatore che abbia giocato in serie A da quando il Napoli di ADL esiste. Più anche di Ronaldo, signorsì.
Estate 2019 – Kōstas Manōlas
Lo sappiamo: state storcendo il naso, ma le premesse inserite a monte di quest’articolo sono la spiegazione di questo nome. Al di là del pessimo, davvero pessimo, rendimento del greco, il suo acquisto fu un altro importante manifesto politico del Napoli di ADL: per la prima volta il Napoli comprava, a suon di milioni, un giocatore titolare di una sua diretta concorrente: la Roma. E lo fa per di più pagandone la clausola rescissoria, impedendo alla Roma qualsiasi rifiuto e facendo leva sulla sola volontà del giocatore che, quindi, preferendo effettivamente Napoli a Roma rinvigorisce l’idea che ormai il sorpasso “geopolitico” nei confronti della società capitolina fosse definitivamente compiuto.
Estate 2022 – Giacomo Raspadori
Nell’estate del rinnovamento, in mezzo a coloro che poi saranno forse i principali due alfieri del terzo scudetto, vale a dire Kvaratskhelia ed Osimhen, è però un altro l’acquisto più politico del Napoli: quello di Jack Raspadori. Eh sì, perché l’allora ventiduenne punta del Sassuolo era unanimemente considerato come la promessa più fulgida dell’attacco azzurro, anche più del suo compagno di reparto Scamacca. E, nonostante il malcelato fastidio di Giovanni Carnevali, ds del Sassuolo nonché cognato di Marotta, a doverlo cedere al Napoli, anziché regalarlo a cifre inferiori alle solite note, andò proprio così. Nota di merito aggiuntivo: il Napoli aveva già Osimhen e Simeone in rosa come punte: acquistarne una terza, di quel valore per giunta, spendendo oltre trenta milioni, fu un atto di prepotenza mai vista fino a quel momento da parte di ADL. Prepotenza che, nove mesi dopo, diede i suoi tricolori frutti.
Estate 2025 – Antonio Conte
No, non c’è nessun errore. Avete letto bene: estate 2025, non 2024. Eh sì, perché l’ingaggio di Conte, un’estate fa, fu etichettato da molti in due modi: dal lato Napoli si prendeva un allenatore sicuramente forte ma, chissà, magari in fase calante. L’esperienza al Tottenham era andata così così del resto; dal lato Conte, inoltre, la litania era chiara: Napoli era solo un ripiego, al massimo un rilancio, in attesa che nuovi lidi lo richiamassero. La Juve, magari.
Ebbene, dopo un anno, la Juve lo ha effettivamente chiamato per una nuova ricostruzione, fallita miseramente con Giuntoli e Motta. E Conte cosa ha fatto? Ha riflettuto, ha pesato da una parte i sentimenti che lo invitavano a tornare a Torino, e dall’altra l’ambizione che gli suggeriva di restare a Napoli. Il Napoli doveva praticamente ri-convincerlo, come se fosse un acquisto nuovo di zecca. E alla fine Conte ha scelto l’ambizione! Non esiste espressione più evidente della nuova gerarchia in Italia di quella suggerita implicitamente da Antonio Conte quest’anno: ha scelto Napoli non per il cuore, ma perché in questo momento Napoli è la miglior piazza che esista in Italia: l’unica che può coniugare al meglio il verbo che ossessiona Conte: vincere.
Estate 2025 – Kevin De Bruyne
Dulcis in fundo in questa pazza estate, ancora ai suoi inizi, giunge proprio lui: Kevin De Bruyne. Il centrocampista belga è uno che nel 2014 ha scritto un’autobiografia, dal titolo “Keep it simple”: Rendilo semplice. KDB è anche colui che pochi anni fa convinse i dirigenti del Manchester City ad un aumento di ingaggio apportando come motivazione una lunga analisi di dati statistici che dimostravano il suo valore. Insomma, è uno che la testa la fa funzionare come i piedi. E, una volta appurato che a Manchester non c’era più spazio per lui, ha deciso che meglio dei dollaroni di Chicago, potesse essere il Napoli, anche per dimostrare quanto valga ancora. E, di nuovo, non ha scelto Inter, Milan o Juve, ma il Napoli, signori. Il Napoli. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che non ha scelto le altre perché non lo hanno proprio cercato. Può essere: ma sapete perché non lo hanno cercato? Ve lo diciamo noi: perché non potevano e non possono permetterselo. Non possono permettersi la ciliegina, perché non hanno una torta solida come struttura. E questo è anche il principale motivo per il quale l’acquisto di KDB non è come quello di CR7 di cinque anni fa. La Juventus per poter comprare Ronaldo ha dovuto ipotecare il suo futuro: non poteva permetterselo assolutamente quel giocatore, e difatti sta ancora pagando quell’errore che allontanò anche Marotta da Agnelli. Tra plusvalenze farlocche, bilanci truccati, stipendi non pagati, e scudetto mai più vinto dopo la pandemia, la Juve veleggia verso la mediocrità. Chi invece sale, sempre più sale, in questo gioco di potere calcistico ha un solo nome: Napoli.