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Verona-Napoli, dopo il deludente esordio in Coppa Italia per il Napoli di Antonio Conte, è stato certamente più di un campanello di allarme. Ma di chi sono le colpe? Del tecnico? Della società? Di un mercato incompleto? Di un processo di valutazione della rosa durato troppo? La verità, come sempre, sta nel mezzo. Ci si aspettava sicuramente un esordio diverso, soprattutto visto l'avversario. Se le avvisaglie di un disastro era possibile vederle già col Modena in Coppa Italia, dove però le attenuanti di una preparazione sfiancante potevano ancora reggere, i primi tre punti lasciati in campionato fanno rabbia.

Troppa, quella che questa squadra non ha più da un giro completo della Terra intorno al Sole. Una rabbia che tutti si aspettavano portasse il mister, da sempre sinonimo di tenacia, grinta e cattiveria agonista. E invece, a Verona si è visto un vecchio Napoli, quello dei tempi garcìani che si credevano sepolti sotto la coltre del tempo. Dopo una prima frazione di gioco gagliarda, ma non esaltante, alla prima difficoltà il Napoli si è sciolto come un ghiacciolo tra le mani di un bambini in riva al mare, durante una calda domenica d'agosto.

Zero gol tra Modena e Verona: solo colpa del mercato?

Gli XI scesi in campo per il Verona avevano un costo cartellini di circa 35 milioni, mentre quelli del Napoli 210 milioni. Ciò significa che, sulla carta, il tasso tecnico del Napoli era nettamente superiore a quello degli scaligeri. Eppure, Cristiano Zanetti, il cui stipendio è di circa 600 mila euro, è riuscito a mettere Mosquera nelle condizioni di segnare due gol al Napoli. Mosquera, che è passato al Verona per mezzo milione di dollari e non aveva mai giocato prima una partita nel continente europeo. Dall'altra parte Conte, il cui stipendio è più di dieci volte quello del suo collega gialloblu, non è riuscito a fare altrettanto (nemmeno col Modena!), pur avendo a disposizione due attaccanti (Simeone e Raspadori) che, nella loro carriera, hanno collezionato 406 presenze e 87 gol in due.

Anche qui, un dislivello incredibile che si fatica a comprendere come mai non abbia funzionato alcunché. L'attenuante del mercato è relativa, in questo caso. Possibile che Conte necessiti soltanto di Lukaku per far funzionare l'attacco? Un allenatore pagato così tanto, in qualsiasi squadra, si adatta a quello che ha e cerca di far rendere al massimo il materiale umano messogli a disposizione. Eppure, tra Real Modena e Bayern Verona, il Napoli è riuscito nell'impresa di non segnare alcuna rete. Le responsabilità di questa impresa, chiaramente, sono da addurre - seppur non totalmente - ad Antonio Conte che, nonostante 40 giorni di lavoro, non è riuscito a trovare soluzioni offensive adatte per far rendere i propri calciatori. Inammissibile.

De Laurentiis, come negli ultimi due anni, fa un passo avanti e dieci indietro

Dall'altra faccia della medaglia, invece, c'è De Laurentiis che si è tolto gli schiaffi dal volto andando a ingaggiare Antonio Conte, ma che persevera sulla scia di due anni di decisioni sbagliate facendo un passo in avanti e dieci indietro. Va bene le difficoltà di un mercato senza soldi in giro per il mondo, ma la scelta di tenere fuori Victor Osimhen "per preservare l'integrità del gruppo", quando ogni mese gli viene versato un bonifico di quasi un milione di euro, è inaccettabile. Soprattutto se poi il Napoli deve lasciare punti per strada.

Così come è inaccettabile non aver messo nelle mani del proprio allenatore una squadra magari non completa, ma almeno non così incompleta. La scaltrezza dell'ingaggiare Conte per sgravarsi responsabilità dal groppone, gli si sta ritorcendo contro con un mercato deficitario e lento la cui responsabilità non può che essere addotta a lui.

Ci sono altri undici giorni di tempo per piazzare tutti gli esuberi e completare l'organico: missione impossibile? Lo dirà soltanto il tempo. Nel frattempo, si è scelta la strada della rivoluzione senza però averne i mezzi (o il coraggio) di imboccarla fino in fondo. C'è tempo, è vero. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, ci sarà da stare col coltello tra i denti anche questa stagione. E sperare che il mercato possa risolvere tutti i problemi e le incomprensioni di questi primi quaranta giorni sotto l'egida di Antonio Conte.

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