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Aurelio De Laurentiis
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Scudetto al Napoli: un capolavoro di Aurelio De Laurentiis

Lo scudetto appena vinto dal Napoli è un altro capolavoro di Aurelio De Laurentiis. Ne parla la Gazzetta dello Sport.

Il Napoli vince il suo 4º scudetto
Il Napoli vince il suo 4º scudetto

Scudetto a Napoli: De Laurentiis sugli scudi

 Il Napoli ha conquistato il secondo scudetto in tre anni dimostrando che nel calcio italiano si può vincere anche con una gestione finanziaria sana e autonoma. Non ha speso più degli altri, anzi: è arrivato davanti a club come Inter, Juventus e Milan pur avendo il quinto monte-stipendi della Serie A. Un modello controcorrente, costruito con rigore e visione imprenditoriale da Aurelio De Laurentiis, che dal 2004 guida il club con lo stesso principio: l’autosufficienza.


 

La vera forza del Napoli è stata la gestione intelligente delle risorse. Nell’estate 2024 sono stati investiti 150 milioni per costruire la nuova rosa, ma senza far esplodere i costi degli stipendi. Anzi, grazie alle uscite pesanti (come il prestito di Osimhen), i nuovi innesti — pur di qualità e con nomi di spessore come Lukaku e McTominay — sono stati inseriti mantenendo il monte-ingaggi sotto controllo. I top player del Napoli, nella stagione 2024-25, guadagnano meno rispetto ai corrispettivi delle altre big italiane. Le cifre parlano chiaro: mentre Juventus e Inter spendono circa 200 milioni lordi in stipendi, il Napoli si ferma a 105, alla pari con l’Atalanta, ma con risultati nettamente superiori.


 

Anche sul fronte degli ammortamenti, nonostante l’alto volume di acquisti, il Napoli è riuscito a contenere i costi, pur adottando un sistema contabile che concentra l’impatto economico nei primi anni. La spesa sportiva complessiva, quindi, resta più bassa rispetto a quella di tutte le grandi, ad eccezione dell’Atalanta.


 

Dopo aver superato l’urto della pandemia, che aveva generato perdite per 130 milioni, il Napoli è tornato a produrre utili: 80 milioni nel 2022-23, 63 nel 2023-24. I ricavi da Champions League, player trading e area commerciale hanno spinto i bilanci in positivo. E anche in una stagione senza coppe europee, il club ha saputo far fronte all’aumento dei costi grazie a una cessione pesante (Kvaratskhelia al PSG per 70 milioni) e alla vittoria del campionato, che ha rilanciato gli introiti da diritti TV.


 

Al 30 giugno 2024, il Napoli presentava un patrimonio netto di 212 milioni e una cassa di 211: numeri che testimoniano una salute finanziaria rara nel panorama italiano. L’investimento iniziale di De Laurentiis, limitato a 16 milioni nei primi anni dopo il fallimento, non è mai stato aumentato. Nemmeno durante la pandemia è stato necessario un nuovo apporto di capitale. Il club ha camminato da solo, rafforzandosi anno dopo anno grazie a una gestione che ha saputo tenere insieme risultati sportivi e sostenibilità.


 

In vent’anni, il Napoli ha costruito un modello solido e vincente: due scudetti, tre Coppe Italia, una Supercoppa, una presenza costante in Europa e 141 milioni di utili aggregati. Oggi De Laurentiis non solo ha riportato il tricolore a Napoli senza spendere un euro di tasca propria, ma si trova anche in una posizione di forza per pianificare il futuro, con Osimhen pronto a partire verso l’estero per altri 75 milioni. Una lezione per tutto il calcio italiano: si può vincere anche senza debiti.

 

 


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