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Si è conclusa Parma-Napoli, partita valevole per la trentasettesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno pareggiato 0-0 ma restano in vetta.

Parma-Napoli, i voti degli azzurri

Conte Napoli-Genoa
Conte Napoli-Genoa

Di seguito i voti degli azzurri.

Meret: 6,5. Si fa trovare pronto e risponde benissimo alle sollecitazioni di un indemoniato Sohm, tenendo a galla un Napoli annebbiato nell'avvio di ambedue i tempi.

Di Lorenzo: 6. Prestazione senza 'nfamia e senza lode del capitano, degne di nota principalmente un paio delle solite imbucate a innescare la consolidata catena di destra del Napoli.

Rrahmani: 6,5. Dopo il gol subito agli sgoccioli contro il Genoa, il leader difensivo azzurro era chiamato a dirigere una rattoppata retroguardia alla ricerca di stabilità contro un attacco a due punte parecchio interessante. Ennesimo clean sheet.

Olivera: 6,5. Era sotto esame, ha risposto benissimo con la garra che lo contraddistingue e una maturità tecnica che consacra una crescita ciclopica sotto ogni aspetto, dalla Copa America giocata da centrale in poi.

Spinazzola: 5,5. Arretra il suo raggio d'azione ma non per questo motivo si priva di qualche sgroppata con cui prova a caricare una squadra per certi versi timorosa. Non bene in fase difensiva. (Dall'86' Mazzocchi: SV).

McTominay: 6,5. Seppur sofferente aveva provato a confermarsi problem solver degli azzurri, con una botta tremenda indirizzata all'incrocio dei pali prima e prendendosi il pallone del calcio di rigore negato poi. Nonostante queste sliding doors, autore di un'ottima partita.

Gilmour: 5,5. In tanti avevano provato a vedere il lato positivo: meno pulizia del collega slovacco, ma una verticale più pulita. È pressoché deludente la sua prestazione, da lui ci si aspettava più personalità. (Dal 69' Billing: 5,5).

Anguissa: 7. In queste gare qui si vede la differenza tra i campioni e i buoni giocatori. E nel tango destinato alla storia infrantosi contro il palo, c'è tutto il divario tra il camerunese e il resto dei calciatori del Napoli.

Politano: 5,5. Se si votasse lo spirito di sacrificio, l'impegno e la carica emotiva, sarebbe probabilmente il migliore ad ogni partita. Poi però si parla di calcio giocato e sbucano gli svariati tiri a misura di portiere che ormai da 37 giornate lascia partire velleitari. (Dall'80' Ngonge: SV).

Raspadori: 5,5. La sua vivacità non basta, perché nel suo ruolo delicato gli spazi bisognerebbe prima di tutto crearli. Titubante e inconcludente, lascia il campo con qualche rimpianto. (Dal 69' Neres: 6).

Lukaku: 5. Prestazione avvilente del belga, annullato con facilità quasi beffarda dai ragazzi terribili di Chivu. Crea azioni da gol importanti? Sì, per il Parma. Dagli anticipi sulle sue flemmatiche prese di posizione nascono infatti le principali occasioni da gol dei padroni di casa. (Dall'80' Simeone: SV).

Conte: 5,5. Il Napoli non gioca male, non sembra spazientirsi dinanzi al passare logorante del tempo e costruisce occasioni da gol che in una giornata un tantino più fortunata gli avrebbero garantito la vittoria. Tolto l'approccio paranoico dei primi 20 minuti del primo tempo e dell'avvio del secondo tempo, con psicodramma scongiurato da un sempre pronto Meret. La conferenza stampa e le parole post partita danno l'idea di un uomo particolarmente stanco e nervoso, come quando dagli spogliatoi si sgola e chiama le barricate dopo il gol di Pedro. Mezzo voto sotto la sufficienza perché questa partita, in un modo o nell'altro, andava portata a casa.

Parma-Napoli, i voti dei ducali 

Bonny, Parma Today

Di seguito i voti degli uomini di Chivu.

Suzuki: 7,5. Aveva già messo su i panni dell'antieroe, pronto a entrare negli incubi di generazioni di tifosi napoletani. Semplicemente 

Valeri: 6. Partita operaia del laterale sinistro, autore di diversi assist di pregevole fattura in stagione. Pur senza acuti, si dimostra avversario non facile. (Dall'84' Lovik: SV).

Delprato: 6,5. All'andata si era improvvisato portiere dopo una gara di grande sacrificio, oggi mette la sua firma sulla salvezza dei suoi con la leadership che lo ha contraddistinto per tutto il campionato.

Leoni: 7. 2006 sulla carta d'identità, da oggi partiranno le indagini: imperioso domina su un giocatore da 400 gol e strappa tempi d'anticipo che soltanto i più grandi possono reclamare. Ne sentiremo parlare. (Dal 62' Hainaut: 6).

Balogh: 6,5. Regista della difesa giovanissima dei ducali, richiama l'attenzione del suo compagno con autorità e si dimostra sopraffino nelle letture.

Circati: 6. Il ritorno dal lungo infortunio è una sufficienza piena, con occhio interessato per quello che era stato uno dei fiori all'occhiello dell'ambiguo Parma di Pecchia.

Sohm: 6,5. Piacevole sorpresa del campionato, il box-to-box dalle varie interpretazioni si mette in proprio per ben due volte e impegna Meret, poi riesce a creare un paio di grattacapi alla difesa azzurra.

Hernani: 6. Scivolato in basso nelle gerarchie tra un infortunio e una prestazione naïf, dimostra tutta la sua cifra tecnica in una gara fatta di sacrificio e tocchi intelligenti. (Dal 76' Bernabé: 6).

Keita: 6,5. L'acquisto più oneroso della storia dei ducali sembra una piccola riproduzione del primo Anguissa: detta legge a centrocampo e si destreggia con qualità quando c'è da respirare.

Bonny: 6. Se il suo partner è il classico centravanti tutto centimetri e sponde, il francese è manifesto dell'attaccante moderno, capace di destreggiarsi un po' dove gli pare grazie ad una buona tecnica e a una certa abilità nel procacciarsi occasioni. (Dall'84' Ondrejka: SV).

Pellegrino: 5. Poteva essere il fattore determinante, poteva cambiare la partita e invece s'è visto completamente eclissato dalla coppia di centrali azzurra. (Dall'84' Djuric: SV).

Chivu: 7,5. Il suo Parma porta via l'ennesimo scalpo di lusso con una prestazione che definire solida è un eufemismo. A 5 dietro, il suo vestito migliore, con un centrocampo capace di piegare al servizio del piano tattico ogni amenità tecnica. Inizia battagliero e non si snatura, neanche quando fisiologicamente è costretto ad andare in trincea perché dall'altra parte c'è da vincere uno Scudetto. Si aggrappa al miracoloso Suzuki, poi a qualche perdita di tempo fatta con mestiere, infine ringrazia il Var per un check che può apparire una leggera forzatura. Il risultato gli dà ragione e manca solo l'ufficialità per una salvezza tutt'altro che scontata e raggiunta con audacia e identità.


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