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Antonio Conte e Simone Inzaghi non potranno guidare Napoli e Inter dalle rispettive panchine contro Bologna e Parma. Una perdita importante? Forse non del tutto. La Gazzetta dello Sport analizza la situazione, sottolineando pro e contro dell'assenza dei due tecnici.

Il peso della leadership: quando il mister è il 12° uomo

Entrambi gli allenatori sono noti per il loro carisma e la capacità di motivare i giocatori con la loro presenza costante e "pressante" in panchina. La loro assenza potrebbe togliere intensità emotiva e motivazionale immediata.

Tuttavia, c’è anche il rovescio della medaglia: alcuni giocatori rendono meglio senza le urla e le pressioni costanti. In queste partite, il compito passerà ai vice, Stellini per Conte e Farris per Inzaghi, entrambi preparati e carismatici, seppur meno “stressanti” rispetto ai rispettivi capi.

La visione dalla tribuna: una prospettiva più lucida

Allenare dalla tribuna può sembrare una limitazione, ma offre anche vantaggi. I match analyst – che lavorano dall’alto – vedono meglio schemi, movimenti e spazi. Usano tablet, computer e telecamere per analizzare la partita in tempo reale e inviare dati direttamente alla panchina.

Gli allenatori squalificati, connessi via smartphone, possono quindi intervenire tempestivamente, pur perdendo il contatto diretto con l’umore e la reattività dei giocatori.

I numeri parlano chiaro: i vice reggono bene il confronto

Curiosamente, i sostituti di Conte e Inzaghi vantano numeri di tutto rispetto:

Cristian Stellini (vice di Conte) ha vinto 8 partite su 9 tra Inter e Tottenham.

Massimiliano Farris (vice di Inzaghi) ha totalizzato 8 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta tra Lazio e Inter.

Numeri che fanno riflettere: forse un allenatore “ammiraglio” in tribuna vede meglio la battaglia rispetto a chi è coinvolto emotivamente a bordo campo.

Parma e Bologna: due scenari diversi per due assenze importanti

A Parma, lo stadio Tardini non ha pista d’atletica: Inzaghi sarà visivamente molto presente anche dalla tribuna, quasi a incombere sul campo.

A Bologna, le tribune sono più lontane ma la visuale è comunque ottima: Conte potrà “dirigere” con lucidità dalla distanza.


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