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Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca

Rabbia, delusione, amarezza: sono questi i sentimenti che ormai provano tutti gli esponenti e le esponenti dei soggetti ambientalisti campani che, ormai un anno e mezzo fa, hanno dato vita alla campagna di Rigenera. E, tra le loro fila, si fa sempre più chiara l'idea che ci sia un sabotaggio del loro lavoro che, attorno ad una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, ha raccolto tredicimila firme per far sì che la Regione Campania inizi finalmente ad affrontare la questione dei cambiamenti climatici, almeno per mitigare gli effetti più disastrosi sulla pianificazione territoriale, sull'agricoltura e sulla produzione di energia. 

Nonostante, infatti, le firme siano state depositate ormai lo scorso 16 maggio, infatti, il loro testo non è mai stato discusso dal Consiglio Regionale a causa dell'ostilità nel merito della proposta da parte del Presidente De Luca e della maggioranza che lo sostiene: “La discussione sarebbe dovuta avvenire entro e non oltre il 16 agosto, a novanta giorni dal deposito delle firme. Si tratta di un vincolo disposto dall'art. 54 dello Statuto della Regione che per noi è stato assolutamente violato”, dichiarano.

De Luca, la denuncia degli ambientalisti: “Non è interessato ai cambiamenti climatici”

Insomma, quanto sta accadendo, secondo gli ambientalisti di Rigenera, fa gettare la maschera sulle istituzioni regionali tutte a proposito della loro indifferenza rispetto alla “grande emergenza dei cambiamenti climatici”. Un'indifferenza che, per l'appunto, accomunerebbe il Consiglio, la giunta e il Presidente Vincenzo De Luca. Il movimento, però, non demorde e passa alla fase di proposta.

Oltre a ribadire, infatti, il rispetto dell'art. 54 dello Statuto della Regione Campania, chiedono a gran voce che l'assemblea regionale discuta in una sessione monotematica dei propri indirizzi e delle proprie scelte in tema di contrasto della crisi ambientale in corso. Ci sono già tante proposte sul tavolo, ricordano: “La Carta di Carditello, l'istituzione dei Parchi Nazionali del Matese e dell'Epomeo, l'attuazione del Progetto del Corridoio Ecologico dei Regi Lagni e - aggiungono - anche il contrasto alla privatizzazione della gestione dell'acqua”.


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