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I due centrocampisti del Napoli
Anguissa e McTominay

Anguissa-McTominay: quando i centrocampisti diventano goleador

La Gazzetta dello Sport si è soffermata sul grande rendimento di McTominay e Anguissa, autori di una grandissima stagione sin qui.

I due centrocampisti del Napoli
Anguissa e McTominay

Mezzeali prolifiche: ecco Anguissa e McTominay

C’è un errore, forse. Ma dove? Nella trasformazione inattesa di Scott McTominay, che da Manchester arrivò via come se fosse un peso? Oppure nella descrizione che per anni lo ha incasellato in un certo tipo di centrocampista, diligente, utile ma mai decisivo? E poi: Frank Anguissa. È sbagliata l’attuale versione da protagonista, o lo era quella precedente, da gregario di lusso, da mediano silenzioso? Il calcio cambia, si muove sottotraccia, e a volte ribalta tutto senza chiedere permesso. O magari sono loro ad essere cambiati. McTominay e Anguissa, oggi, sono altro: pezzi fondamentali di una stagione favolistica tra Parma e Cagliari, con Napoli al centro della mappa.


 

McTominay è costato trenta milioni. Al Manchester United non pareva un delitto lasciarlo andare. I numeri, là, non facevano gridare al miracolo: 19 gol in Premier, 29 totali in 255 presenze. Poi, d’un tratto, un lampo: sette gol in campionato prima di salutare. Perché? Per chi? Napoli ha avuto la risposta. Undici gol in trentadue partite. Un rendimento da centravanti, non da centrocampista. Un vice-Lukaku, che ha segnato solo due reti in più. McTominay si è preso una nuova identità, un nuovo destino.


 

E Anguissa? Lui già con Spalletti aveva alzato l’asticella, ma oggi è ancora più su. Dai quattro gol dello scudetto ai sei di questa stagione, infilato nei tabellini marcatori con la naturalezza di un attaccante. Eppure era arrivato in sordina, in prestito quasi ignorato, riscattato senza clamore. Ora è un box-to-box vero, completo, raro. Da Marsiglia a Napoli passando per Fulham e Villarreal, il percorso è stato silenzioso, ma il risultato è rumoroso.


 

E allora ci si guarda attorno e si scopre che qualcosa è cambiato: 57 gol totali per il Napoli, tre su autorete, cinque firmati da un Kvaratskhelia che sembra un ricordo d’altri tempi, e ben diciassette arrivati dalla coppia McTominay–Anguissa. Centrocampisti, sì, ma extralarge. Fanno tutto. Anche segnare quando non dovrebbero. A loro, per onestà geografica e statistica, si potrebbe aggiungere anche Phillip Billing, che ha segnato all’Inter in extremis, spalancando di nuovo la corsa scudetto. È un nuovo calcio, in cui il 30% dei gol arriva da chi non ti aspetti.


 

E Parma-Napoli? Quella gara d’andata è un’eco, quasi una profezia. La terza giornata, forse la più folle, con McTominay spettatore ignaro sugli spalti del “Maradona”, e Anguissa che al 90’ ci mette la testa, letteralmente, per ribaltare tutto. Ora si gioca il ritorno. McTominay ci arriva con un piccolo fastidio ormai smaltito. Anguissa col suo passo leggero. Ma entrambi portano con sé la sensazione di qualcosa che sfugge alla logica. Qualcosa che si chiama calcio, ma che a volte assomiglia più a un sogno.

 


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