Nando Orsi, allenatore e opinionista Sky, è intervenuto a OttoChannel per la trasmissione 'La Domenica Azzurra':: “Mi è piaciuto spirito con cui la squadra ha approcciato al match di Verona, che ha confermato quello che penso e cioè se la squadra è centrata, ci mette la determinazione, la qualità dei singoli poi fa la differenza. L'allenatore serve ma fino a un certo punto. Ho visto bene Lobotka, Politano, Cajuste e Meret. E’ stata più la risposta della squadra che ha dimostrato di giocare per la maglia e anche per l'allenatore, per il senso di appartenenza e per cancellare le critiche. Poi è chiaro che il Verona era un avversario modesto e per questo attendiamo riscontri nelle due gare difficili contro Union e Milan. I tedeschi sono in crisi ma è pur sempre una gara di Champions. In queste due gare capiremo se il Napoli è ripartito insieme all'allenatore.

Per la gara di Verona va elogiato Meret, che quando fa bene qui a Napoli è come se fosse normale, quando invece va così così non è giusto che finisca sempre sul banco degli imputati. Quando ci sono calciatori che si mettono in testa di fare quello che devono, il Napoli è una squadra forte come lo era lo scorso anno. Forse in questo inizio di stagione si sono sentiti un po’ fenomeni, essendo campioni d’Italia e visto che sono trattati da re dai tifosi. In questo senso Napoli è una bolla, invece gli azzurri devono uscire da questa bolla. Se fanno il loro dovere, giocando con l’atteggiamento di Verona, di partite ne vinceranno tante e ne perderanno poche. Al Bentegodi ho visto una mentalità sinora mai vista in questa stagione.

Le difficoltà azzurre? Non dimentichiamoci che il Napoli è l’unica squadra delle prime sette che ha cambiato allenatore, nel contesto di un entusiasmo incredibile sarebbe stato difficile per tutti ereditare il lavoro di Spalletti e lo stesso Spalletti avrebbe avuto difficoltà nel ripetersi. Poi, certo, anche Garcia ha commesso diversi errori, ma dipende pure dalla squadra.

Mario Rui sempre in campo? Di certo con lui Kvaratskhelia gioca meglio, perché il portoghese lo supporta, è più tecnico, poi c’è un feeling diverso.

La sfida con l’Union Berlino? Sono dell’idea che le squadre tedesche vanno sempre battute, perché non mollano mai”.


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