I piagnistei della stampa interista danno ragione a Conte
In tv, il giornalista/tifoso dell'Inter dice cose senza contradditorio: abbiamo pensato di farlo noi, rispondendo a ogni loro punto saliente.
Nelle ultime due settimane sulle tv nazionali e sui social è emerso, in merito ai più recenti eventi di attualità calcistica, un pensiero comune tra tutti i tifosi/giornalisti, in particolare quelli di marcata fede nerazzurra, i cui punti salienti possono essere riassunti come segue:
- "Il Napoli (come altre squadre) ha il dovere di vincere almeno quanto l'Inter perché ha potuto spendere sul mercato soldi che invece l'Inter non ha potuto spendere.”
- "Perché Conte non ha parlato alla Nazione dopo il giallo non dato a Lukaku contro la Roma, oppure a Empoli dopo il rigore concesso, ma ha parlato soltanto dopo Inter Napoli?"
- “Però, sia chiaro, Conte è furbo eh, al suo posto farei anche io così.”
Ecco, siccome queste cose vengono dette senza contradditorio, o, nel migliore dei casi, il contraddicente non ha molto tempo per argomentare, abbiamo pensato di farlo noi qui di seguito. Quindi procediamo:
Antitesi numero 1
Il tifoso giornalista ha un problemino con la lingua italiana: non conosce il complemento di causa.
Non abbiamo altre spiegazioni. Se lo conoscesse, difatti, dovrebbe ricordarsi di aggiungere un particolare alla tesi numero uno, ovvero che il Napoli, a differenza dell'Inter, ha potuto spendere soldi perché ha un bilancio virtuoso da più di un decennio, grazie a sacrifici fatti periodicamente, come la vendita dei suoi gioielli più preziosi in rosa, da Cavani a Higuain, da Koulibaly a Osimhen (nemmeno ancora venduto in questo caso). Tutto questo mentre l'Inter continuava a passare di proprietario in proprietario (ne sono cambiati quattro da quando c'è ADL al Napoli: Moratti, Thohir, Zhang e ora il Fondo Oaktree), di debito in debito, di deroga in deroga (chiamato settlement agreement per lasciarlo sembrare quasi una concessione che fa l'Inter all'UEFA e non viceversa) al Fair Play finanziario. Quindi, il messaggio che vuol far passare quasi come l'Inter povera Cenerentola contro i potenti che spendono, è quanto di più lontano dalla realtà, per non dire scorretto. Diciamolo, anzi: è proprio falso. L'Inter non è Cenerentola, al massimo è il principe Giovanni Senza Terra (e Senza Soldi) di Robin Hood.
Antitesi numero 2
Il tifoso giornalista ha un problemino di memoria selettiva.
Conte non ha parlato dopo il rigore non concesso a Di Lorenzo contro il Monza; non ha parlato dopo il rigore non concesso a Kvara contro il Como; non ha parlato dopo il rigore non concesso a Politano contro il Lecce. Ha parlato dopo il rigore concesso all'Inter, un rigore tra l'altro che non ha cambiato l'esito della partita, perché sbagliato dal fu infallibile Çalhanoğlu.
Il tifoso giornalista non ricorda nemmeno quell'allenatore che, al termine di uno scontro diretto valido per le zone alte della classifica, disse in post partita e in riferimento ad una decisione arbitrale: “É troppo grave quello che è successo, è inaccettabile subire un gol così. La partita è chiaramente viziata e ci rallenta in classifica. Pretendo rispetto!” Lo aiutiamo noi: era Simone Inzaghi, dopo un Inter Juventus di meno di due anni fa.
Eppure Inzaghi da un po' ha cambiato profilo, è vero. Come mai? Per il motivo per il quale ogni allenatore smette di far polemica: ha capito che da un paio d'anni a questa parte gli errori a suo favore sono enormemente di più di quelli a suo sfavore. Vuoi vedere che forse Conte ha chiesto lezioni di comunicazione a Simone?
Antitesi numero 3
Il tifoso giornalista ha un problemino con la logica.
Questa è la più divertente da confutare, perché rappresenta meglio delle altre il corto circuito logico di chi rappresenta la tesi. Si parte dall'ipotesi che sostanzialmente è: “bisogna smetterla con questa dietrologia sugli arbitri! Non è vero quello che sottintende malignamente Conte!” Poi, però, come se non si riuscisse a fare a meno di dire ciò che si pensa veramente, si aggiunge: “però fa bene a fare quello che fa, fa bene a tirare acqua al proprio mulino”. Ah sì? Fa bene? E perché? (ndr il complemento di causa sparisce di nuovo)
In pratica si parte dal pensiero che Conte abbia torto a fare dietrologia per poi concludere che invece faccia bene, perché così può ottenere maggior “riguardo” dalla classe arbitrale. Ergo, si arriva ad affermare dunque che effettivamente la classe arbitrale potrebbe essere sensibile a questi richiami di Conte: è quindi influenzabile, contraddicendo da soli la tesi di partenza che non esistano sudditanze di alcun genere!
Ecco, noi vorremmo che qualcuno facesse notare queste profonde incongruenze, a voler esser buoni, al tifoso giornalista di turno che viene invitato a parlare alla nazione. Purtroppo non lo fa (quasi) nessuno, chissà perché.
Ci auguriamo infine che il tifoso giornalista, nei quotidiani per cui scrive, faccia dunque un'analisi più ampia di quanto invece emerge quando è ospite nelle tv nazionali o scrive sui social, anche perché, volendo usare una metafora, è come se ci fosse un magazzino con dentro un arsenale di informazioni che sarebbero davvero utili per costruire opinioni più solide. Basterebbe solo prenderle.