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Avevo seguito distrattamente questa faccenda per cui Dazn aveva messo i commentatori tecnici a fare le interviste post-partita. Distrattamente perché nella politica di continui tagli dei costi del personale da parte della società di streaming anche questa sembrava, tutto sommato, una scelta ovvia. 

Poi, però, l'altro giorno ci ho puntato l'attenzione: sarà stata la pigrizia della domenica sera che mi ha tenuto incollato al divano mentre la TV continuava a trasmettere le immagini di Serie A Show quasi per inerzia, ma ad un certo punto sono sobbalzato quando ho visto Stramaccioni che, microfono in mano, si occupava delle interviste del post match in collegamento dai corridoi del Maradona.

Stramaccioni “inviato”

Come commentare questa scena, se non esprimendo un forte disagio? Un allenatore che, per la piega che ha preso la sua carriera, si trova a fare già molto giovane il commentatore tecnico (con una buonissima riuscita, va detto), piazzato ora per decisione dei vertici dell'azienda per cui lavora a barcamenarsi con qualcosa che non gli appartiene. 

Fare i conti con i tempi di un collegamento, acchiappare al volo uno dei protagonisti della partita, chiamare gli interventi dallo studio... è tutto così profondamente antitelevisivo se a farlo è un uomo di sport, anzi di campo, quale Stramaccioni. E infatti il risultato, nonostante l’impegno, è un po' goffo: lui si scusa col pubblico, ci fa qualche battuta su per allentare il nervosismo, e noi non possiamo che essere empatici nei confronti del povero Strama, trovatosi a fare suo malgrado l'inviato. 

Poi, però, subentra lo sconforto: sono tanti i picchi verso il basso del giornalismo sportivo italiano, e la piega che ha preso questo settore nel nostro Paese è miserevole. Quotidianamente assistiamo a cinquantenni ingellati che piazzano giovanissime maggiorate in TV per colmare la totale mancanza di contenuti, a insider che usano il calciomercato come metadone per le masse, e ad analisi faziose condotte da soloni che di tattica non ne capiscono niente. O che, comunque, devono tirare acqua al mulino di questo procuratore o di quel dirigente.

L'importanza della “presentabilità” di un prodotto televisivo

Però, ecco, Dazn è la società che detiene i diritti per la trasmissione della Serie A. E lo farà per quattro anni ancora. Sarebbe opportuno richiedere più professionalità. Si badi bene: non è un discorso moralistico, non è soltanto una questione di facciata o di presentabilità. È che l'industria calcistica italiana, se vuole crescere, ha bisogno di un prodotto televisivo adeguato

I diritti di trasmissione della Serie A sono materia bollente, che fa imbestialire in molti. Ci si lamenta del potenziale non sfruttato della nostra massima serie e ci si concentra soprattutto sulla sua ricezione all'estero. Ma siamo sicuri che il primo problema da curare non sia l'emorragia relativa al mercato interno

Sulla stampa nazionale, infatti, si parla di circa 13 milioni di ascolti in meno rispetto a un anno fa – tenendo conto, peraltro, di un quadro di cronica perdita di spettatori da parte della Serie A. Ma a Dazn questa faccenda sembra che importi poco o niente. È come se, insomma, la posizione di sostanziale monopolio acquisita nel tempo faccia dormire alla sua dirigenza sonni fin troppo tranquilli.

Serie A, a chi affidare i diritti TV?

Da quando ha fatto il suo ingresso nel mercato italiano, infatti, Dazn ha sempre offerto un servizio che sul piano della programmazione era molto meno ricco rispetto a quello di altre emittenti (per non parlare dei continui problemi di streaming nelle prime stagioni…), e poi è andata progressivamente calando anche la qualità dei contenuti delle sue trasmissioni.

Insomma, il nodo principale è questo: come fai a vendere all'estero un prodotto che non è appetibile nemmeno in casa tua? E un prodotto può essere appetibile se il suo racconto è affidato uno Stramaccioni che sembra, come dire, che si comporti quasi come se fosse stato “demansionato” (e specifichiamo “sembra” perché non possiamo conoscere gli accordi tra lui e Dazn)?

Nel corso dell'ultima puntata di Serie A Show l'ex tecnico di Inter e Udinese si è lasciato andare a un lapsus significativo: “Da allenatore, anzi, da ex allenatore…”. Non sappiamo se con queste parole intendesse annunciare la decisione di non tornare più su una panchina o se si riferisse al fatto che, ormai, si trova a fare l'inviato a causa della nuova policy di Dazn. A noi, però, piacerebbe che la Serie A affidi la trasmissione delle sue partite a chi sa valorizzare la professionalità dei propri collaboratori.


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