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Ben Seghir
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Napoli, spesa in Europa per Manna: piacciono Lang e Ben Seghir 

Il Napoli guarda in Europa per rinforzare la squadra a disposizione di Antonio Conte: ne parla la Gazzetta dello Sport.

Giovanni Manna in campo durante una partita del Napoli
Giovanni Manna in campo durante una partita del Napoli

L‘Europa piace al Napoli: occhi su Ben Seghir e Lang

Soldi chiamano soldi, dicevano i nonni, e nel calcio non è mai stato tanto vero quanto oggi. Perché quando hai un budget vicino ai duecento milioni, non stai solo facendo mercato: stai mandando un messaggio. E chi riceve quel messaggio – procuratori, dirigenti, club sparsi per l’Europa – si fa avanti. I gol costano, e nel calcio moderno – questo carosello impazzito dove ogni limite sembra superabile – la loro quotazione non conosce tregua. Il Napoli lo sa bene. Sta cercando attaccanti veri, gente che segni e rassicuri Conte, uno che ama le certezze, non le scommesse.

Conte, si sa, è uno che guarda i numeri. E tempo fa, parlando di una sua squadra, disse chiaro: «Lukaku c’è, ma intorno a lui mancano quelli abituati a segnare». È da lì che parte il piano di Giovanni Manna, nuovo architetto del Napoli che verrà, con la Champions sullo sfondo e un lungomare ancora pieno del calore di chi sogna.

Nomi? Ce ne sono. A partire da Noa Lang, olandese volante che Napoli aveva accarezzato già a gennaio. Troppo caro, all’epoca. Il PSV chiuse la porta, e lui ci rimase male. Ma adesso è un campione d’Olanda, ha fatto pace con il suo talento e forse i tempi sono maturi. Non si parla più di 20 milioni, ma il profilo resta interessante: 26 anni tra pochi giorni, gamba, dribbling, personalità. Napoli lo tiene nei radar, aspettando l’occasione giusta.

C’è poi Eliesse Ben Seghir, baby talento del Monaco. Appena vent’anni, nove gol all’attivo, e un potenziale che affascina. I francesi non hanno urgenza di vendere, e la cifra – attorno ai 40 milioni – fa tremare i polsi. Ma Manna non si scoraggia. Osserva, valuta, aspetta il momento giusto. È il gioco delle parti: un po’ interesse, un po’ disinteresse. Ma l’idea resta forte.

E poi Dan Ndoye. Cinque mesi fa era un discorso sfiorato, adesso è tornato di prepotenza. Bologna ha vinto la Coppa Italia, lui ha segnato contro il Milan nella finale, ha chiuso la stagione a nove gol e il suo valore si è impennato: dai 22 si è passati quasi a 40 milioni. All’epoca si tentò di inserire contropartite tecniche, invano. Oggi bisogna fare i conti con una valutazione che mette alla prova anche chi ha le tasche piene.

E non sono gli unici. Spuntano anche nomi come Bonny, Jonathan David, e chissà quanti altri. Ma la regola è sempre quella: prima di lanciarsi, anche con duecento milioni in mano, meglio avere una rete sotto. O almeno un’idea chiara. Perché nel calcio, più ancora che nei soldi, sono le intuizioni a fare davvero la differenza.


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