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La festa scudetto
La festa scudetto

Scudetto a Napoli: ecco come sfilerà il bus scoperto 

Il Napoli ha appena vinto il suo quarto scudetto della storia ed ecco che la Gazzetta dello Sport fa il punto sui festeggiamenti in bus.

Napoli: ecco il bus scoperto 

“Se la felicità avesse un suo rumore, state certi che sarebbe quello che ieri notte ha invaso Napoli. Ore 22.48 del 23 maggio 2025, l’arbitro La Penna fischia la fine della partita contro il Cagliari, i ragazzi di Antonio Conte sono campioni d’Italia. Davanti ai maxischermi è il delirio, abbracci, urla, lacrime, risate. La gente scende in strada: clacson, fuochi d’artificio, botti, cori, trombette. E poi tanto, tantissimo azzurro.

Entusiasmo La gente corre ovunque, le auto sembrano apparire dal nulla, tantissime, gli scooter spesso “sovraffollati” riempiono ogni spazio vuoto. Da finestre e finestrini sventolano le bandiere. La festa è totale, la gioia incontrollabile. Il tecnico del quarto scudetto è praticamente onnipresente nei cori del dopopartita, in attesa di poterli cantare a lui e agli altri protagonisti di questa impresa, McTominay su tutti: bisognerà aspettare lunedì, quando due pullman scoperti con a bordo lo scozzese, Lukaku e i compagni sfileranno sul lungomare Caracciolo. Ma state certi che da adesso fino ad allora la festa in città non avrà un attimo di sosta…

L’attesa Il rumore, si diceva. A Napoli anche quello che a molti sembrerebbe confusione possiede una sua magia. Se chiudi gli occhi quel sovrapporsi di voci, suoni e persino esplosioni ha una certa musicalità. Ma è probabile che il merito sia del carico emotivo che riempie la città, un sentimento così potente e condiviso che alla fine travolge tutti, anche i turisti finiti a saltare e ballare tra la gente. Il fatto è che qui il calcio è una cosa seria e se arrivi all’ultima giornata con un punto di vantaggio non puoi che vivere l’attesa della partita con la massima fibrillazione. L’aria già dalle prime ore del mattino è frizzante, stavolta non ci si nasconde più. Le maglie azzurre sono ovunque, i clacson sono tornati a suonare a ritmo, ci si carica. Del resto la notte della vigilia è stata particolarmente rumorosa, soprattutto dalle parti dell’hotel del Cagliari, dove petardi e clacson hanno risuonato per ore… E ha funzionato.

La folla Piazza del Plebiscito, dove il Comune ha allestito uno dei tre maxischermi cittadini (a cui si aggiungono i 53 in provincia) a quattro ore dal fischio d’inizio è già mezza piena. Tutti indossano una maglia del Napoli (la più amata resta quella di Maradona), le bandiere sventolano, l’aria ha l’odore acre dei fumogeni, le trombette - vendute a ogni angolo di strada - suonano in continuazione. Ci sono neonati con parrucche, cani bianchi tinti a tono, volti disegnati. La polizia fa entrare i tifosi scaglionati, moltissimi restano fuori, ci sono anche momenti di tensione. Per le 20.45 la piazza è stracolma, 80mila persone almeno, che diventano oltre 100 mila considerate le strade adiacenti.

La gara Il primo tempo scorre quasi in apnea. Ci si dispera per le occasioni di Raspadori e Rrahmani, si apprende in silenzio del gol dell’Inter a Como, si fischia il fallo di Deiola e si inizia a pensare al peggio dopo la doppia occasione di Spinazzola. Tocca a lui, al vero protagonista della stagione, far esplodere Napoli: il gol acrobatico di McTominay scatena la piazza, partono i fuochi d’artificio, i fumogeni dilagano e servono alcuni minuti prima che sia di nuovo possibile intravedere il maxischermo. Nell’intervallo si canta: “Vincere”. Infatti all’inizio della ripresa arriva il sigillo: sono le 22.02 a Napoli quando Romelu Lukaku firma il 2-0. Non ce n’è più per nessuno. Il rumore della felicità, quella caotica miscela di trombette, cori e fragorosi petardi riempie la città e lo farà per tutta la notte. Un paio di minuti prima del fischio finale partono i fuochi d’artificio, tanti, ovunque. «Siamo campioni». Napoli canta, Napoli balla, Napoli brinda a uno scudetto storico, il secondo in tre anni. Per una squadra non del Nord è roba mai vista. E la città lo sa. Che parta la festa infinita.


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