Azzi: “È appena finito il mercato più brutto della storia del Napoli”

Marco Azzi, giornalista di Repubblica, analizza la sessione di mercato del Napoli e attacca ferocemente il club di De Laurentiis per le operazioni svolte in questa finestra.
Cosa dice Azzi sul Napoli
”Game over, con un attivo record di 75 milioni. La sessione invernale del mercato si è conclusa a mezzanotte in punto di ieri e ha dato una risposta inequivocabile sulle priorità stagionali del Napoli: molto più interessato a mettere a posto i suoi conti che a inseguire il sogno concreto del quarto scudetto, a dispetto dell’esaltante primato in classifica - ad appena 15 giornate dalla conclusione del campionato - della squadra di Antonio Conte. Il club di Aurelio De Laurentiis ha deciso infatti di non intaccare nemmeno di un centesimo il tesoro incassato per la clamorosa cessione al Paris Saint Germain di Khvicha Kvaratskhelia: sostituito soltanto in extremis con l’arrivo low cost dal Milan di Noah Okafor. L’attaccante svizzero, 25 anni a maggio, è stato ingaggiato in prestito oneroso per un milione e mezzo: la stessa cifra che era entrata in precedenza nelle di nuovo floride casse azzurre grazie alle due partenze con una formula identica del portiere Caprile al Cagliari e del centrocampista Folorunsho alla Fiorentina. Gli spiccioli avanzati dalle tre operazioni (500 mila euro) sono stati spesi per l’ingaggio dal Lecce del giovane albanese Luis Hasa. Pari e patta, insomma.
L’enorme plusvalenza realizzata con l’addio del campione georgiano, “MVP” del titolo tricolore conquistato il 4 maggio del 2023, è servita per compensare i costi sostenuti nella scorsa estate per gli acquisti di Buongiorno, Neres, McTominay, Lukaku e Gilmour. Il bilancio è in salvo e il futuro s’annuncia florido, col ritorno in Champions League già ipotecato a inizio febbraio e la valanga di soldi in arrivo a luglio, quando diventerà definitivo pure l’addio di Victor Osimhen.

La peggior sessione di sempre?
Ma intanto il Napoli manda in archivio la peggiore sessione di mercato della sua quasi centenaria storia: tirando le somme soltanto dal punto di vista tecnico. È stata infatti indebolita in maniera quasi sfacciata una squadra in piena lotta per lo scudetto e non è una giusitificazione la comprensibile necessità di sistemare i conti, visto che dall’inizio di gennaio il club azzurro ha collezionato una serie di flop anche nelle operazioni realizzabili a costo zero. Su tutte il mancato arrivo del difensore Danilo, che dopo essersi promesso per tre settimane alla squadra di Conte ha rescisso il suo contratto con la Juventus e se n’è tornato in Brasile con una beffarda giravolta. L’altro buco nell’acqua è stato il prestito sfumato dell’attaccante francese Allan Saint-Maximin, che non si è concretizzato alla fine per delle insormontabili difficoltà di natura burocratica, più che economiche.
A tempo quasi scaduto il passaggio al piano B, con l’accordo raggiunto in extremis con il Milan per portare in azzurro almeno Okafor.
Molto male il Napoli nelle trattative low cost, ma è andata persino peggio per quelle in cui il club azzurro ha dato la sensazione di voler investire. Le telenovele di gennaio sono infatti state tre e si sono concluse tutte con lo stesso esito: fallimentare. Prima il corteggiamento inutile per Alejandro Garnacho, che è stato per un paio di settimane l’erede “in pectore” di Kvaratskhelia. L’accordo per l’acquisto del suo cartellino con il Manchester United non è stato però mai raggiunto e quando le due parti si sono finalmente avvicinate è stato il giovane giocatore argentino a chiamarsi fuori, aumentando le sue pretese sull’ingaggio. Il tedesco Karim Adeyemi - teorico piano B - è stato più che altro una infatuazione non corrisposta, visto che il talento del Borussia Dortmund non ha mai aperto davvero al suo sbarco in Italia. Infine il buco nell’acqua per il promettente Pietro Comuzzo, corteggiato negli ultimi giorni dopo il “2 di picche” ricevuto da Danilo. La Fiorentina ha valutato 40 milioni il suo difensore e anche in questo caso non se n’è fatto più nulla.
Troppo fumo e poco arrosto, insomma, anche se il Napoli si può consolare con il tesoro messo in cassaforte grazie alla cessione di Kvaratskhelia, rimasto intatto. Voci di dentro sussurrano che De Laurentiis avrebbe dato l’ok per investire due terzi dei 75 milioni incassati per la cessione del georgiano, ma non essere riusciti a rinforzare la squadra nonostante un budget a disposizione così imponente sarebbe persino più grave.