Calciomercato Milan, i rossoneri interessati a Manna: il punto

Il Milan sta cercando un nuovo direttore sportivo per cercare di rimediare ad una stagione complessa. La Gazzetta dello Sport fa il punto della situazione.
Direttore sportivo Milan: D’Amico scartato
Con Tony D’Amico ormai destinato a restare all’Atalanta – forte della fiducia di Pagliuca e della famiglia Percassi, che non vogliono lasciarlo andare – il Milan restringe il cerchio per il ruolo di nuovo direttore sportivo. I nomi in corsa sono tre, ma solo uno di loro, Igli Tare, è attualmente libero da vincoli contrattuali. Tradotto: è l’unico che potrebbe mettersi subito al lavoro per costruire la squadra del prossimo anno, a partire dalla scelta dell’allenatore.
Tare è stato per quindici anni un pilastro della Lazio dirigenziale, dove ha portato a casa risultati concreti: tre Coppe Italia e tre Supercoppe italiane. Il suo vero talento, però, è sempre stato quello di scoprire giocatori sottovalutati, pagarli poco e valorizzarli fino a trasformarli in grandi plusvalenze. L’esempio più emblematico resta Sergej Milinkovic-Savic, acquistato dal Genk per 10 milioni e ceduto anni dopo all’Al Hilal per 40, dopo aver messo insieme 341 presenze e 69 gol con la maglia biancoceleste.
Ma la lista è lunga: da Immobile, miglior marcatore della storia della Lazio con 207 gol, a Luis Alberto, diventato il “Mago” con le sue giocate illuminanti. E poi ancora Zaccagni, Gila, Lazzari, senza dimenticare i profitti ottenuti con le cessioni di Biglia, Candreva, Felipe Anderson, Hoedt e Correa.
Tare può contare su una fitta rete di osservatori e collaboratori fidati sparsi per l’Europa, che gli permettono di avere uno sguardo sempre aggiornato sui talenti emergenti. Non solo uomo-mercato, ma anche figura carismatica nello spogliatoio, capace di farsi sentire nei momenti decisivi.
Sul fronte allenatori, Tare ha grande stima per due profili che piacciono anche al Milan: Massimiliano Allegri e Antonio Conte. Al momento, però, solo Allegri è disponibile, mentre Conte è ancora legato al Napoli. Se il Milan decidesse di puntare sull’albanese, potrebbe partire proprio da uno di questi due nomi per rilanciare il nuovo corso rossonero.
Giovanni Manna: il suo nome piace al Milan

Rispetto a profili più navigati come Igli Tare o Giovanni Sartori, Giovanni Manna può contare su meno esperienza in Serie A, ma ha già dimostrato di avere un occhio particolarmente acuto per scoprire e valorizzare giovani talenti. Dopo gli inizi al Lugano, il salto decisivo nella sua carriera è arrivato con la Juventus, dove ha prima lavorato nel settore giovanile e poi guidato con successo l’Under 23.
In bianconero ha contribuito alla crescita di diversi giocatori oggi protagonisti nel grande calcio: Yildiz, De Winter, Soulé, Miretti, Barrenechea, Nicolussi Caviglia e Iling-Junior sono tutti passati sotto la sua gestione, ricevendone fiducia e spazio. Un lavoro silenzioso ma efficace, che gli è valso la promozione nell’organico della prima squadra.
Dopo lo scudetto e una stagione complicata, è stato Aurelio De Laurentiis a puntare su di lui per aprire un nuovo ciclo a Napoli. E Manna ha subito lasciato il segno: ha chiuso la trattativa con il Manchester United per McTominay e ha portato Neres dal Benfica, due innesti che stanno offrendo un contributo significativo alla squadra di Antonio Conte.
Proprio con Conte, Manna ha instaurato un ottimo rapporto, costruito su stima reciproca e obiettivi comuni. Ed è anche per questo che, se il Milan dovesse sceglierlo come nuovo direttore sportivo, potrebbe essere proprio l’attuale tecnico del Napoli – e commissario tecnico in pectore della Nazionale – il nome giusto per guidare la panchina rossonera nella prossima stagione.
Igli Tare è attualmente senza contratto, pronto a rientrare subito in pista, mentre Giovanni Sartori è tutt’altro che libero: il Bologna lo ha blindato con un rinnovo fino al 2027, segno di quanto la società – e il presidente Joey Saputo – credano nel suo lavoro. Una scelta quasi obbligata, vista la straordinaria crescita del club sotto la sua direzione.
Tra le intuizioni più brillanti dell’era rossoblù c’è sicuramente Riccardo Calafiori, pescato dal Basilea e rivenduto all’Arsenal dopo una sola stagione, con una plusvalenza da manuale. Non è stato l’unico colpo: Zirkzee è esploso ed è poi volato al Manchester United, mentre la rosa attuale vanta innesti azzeccati come Castro, Odgaard, Ferguson, Beukema, Ndoye e Miranda.
Ma il talento di Sartori non è certo nato a Bologna. All’Atalanta ha costruito una delle squadre più ammirate d’Italia, valorizzando giocatori come Kessié (finito poi al Milan), Kulusevski (Juventus), Gosens (Inter), Mancini (Roma), Barrow (ora proprio al Bologna) e Castagne (ceduto al Leicester). E ancora prima, al Chievo dei miracoli, ha rilanciato uomini come Corini, Corradi, Perrotta e Marchegiani, oltre a scoprire futuri protagonisti come Amauri, Barzagli e Legrottaglie.
Tra gli allenatori che stima di più c’è Vincenzo Italiano, che avrebbe voluto portare con sé a Bologna come erede di Thiago Motta. Se mai Sartori dovesse approdare al Milan – ipotesi complessa, ma non impossibile – non è da escludere che possa tornare alla carica per convincere Italiano a seguirlo anche in rossonero. Una coppia che prometterebbe idee chiare e progetto solido.